Aumento delle indennità percepita da sindaco di Augusta e i suoi assessori. Verranno pagate con somme attinte dal bilancio comunale, perché per gli Enti locali che insistono in Regioni a Statuto speciale i fondi non li eroga lo Stato, come avviene per gli altri Comuni d’Italia. Non mancano, però, le polemiche perché i fondi per incrementarli sono attinti dal bilancio comunale.

Il sindaco, Giuseppe Di Mare in merito puntualizza: “Premesso che gli aumenti sono stati fatti in tutta Italia in quanto non consistenti. E ripongono giusto merito alle responsabilità dei sindaci. La vergogna sta proprio nel fatto che, lo Stato italiano approva una norma per adeguare automaticamente tutti gli stipendi dei sindaci che sono ridicoli se confrontati alle responsabilità che chi guida una civica amministrazione ha, e si dimentica delle Regioni a Statuto speciale. Queste a loro volta recepiscono la norma, ma senza la copertura del fondo statale che ha creato solo per le Regioni a statuto ordinario e in automatico, vale a dire che in tutta Italia le indennità è scattato dal primo gennaio 2023. A prescindere dal fatto che si tratta di cifre esigue che non gravano sui bilanci, in corso c’è una battaglia dell’Anci perché mentre a Milano, a Vigevano i sindaci percepiscono l’aumento dal fondo statale in Sicilia non è così“.

La Giunta Di Mare a fine dicembre 2022 ha deliberato l’aumento  delle indennità spettanti a suoi membri adeguandoli in applicazione dei commi 583, 584 e 585 dell’articolo 1 della legge 234 del 30 dicembre 2021 nonché in forza dell’articolo 13, comma 51, della legge regionale 13 del 25 maggio 2022 che autorizza gli enti locali della Regione ad applicare, con oneri a loro carico, i precedenti commi.

La legge 234 del 30 dicembre 2021, al comma 583, stabilisce che a decorrere dall’anno 2024, l’indennità di funzione dei sindaci metropolitani e dei sindaci dei comuni che si trovano nelle Regioni a statuto ordinario è parametrata al trattamento economico complessivo dei presidenti delle Regioni, come individuato dalla conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano” in misura diversa a seconda della popolazione, che per quanto riguarda il comune megarese, con popolazione da 30.001 a 50.000 abitanti, è pari al 35% dell’importo massimo spettante ai presidenti di Regione quantificato mensilmente in 13.800 euro.

L’incremento delle indennità è spalmato nei due anni, di conseguenza dal primo gennaio del 2023 l’indennità del primo cittadino ammonta a 4391,68 euro lordi (+931,42 rispetto all’anno scorso). Per il vice sindaco 2.415,43 euro (+ 241,43 euro) e per gli assessori a 1.976,26 (+ 419,14 euro). Con la riduzione del 10% (ex art. 1, comma 54 lett. b), della legge 266 del 2005), infine, l’indennità mensile per il 2023 spettante al sindaco è di 3952, 52 euro lordi, al vicesindaco di 2173,88 euro e agli assessori a 1.778,63 euro.

Nel 2024 lo stipendio mensile lordo sarà, invece, di 4.347 euro per il primo cittadino, di 2.390,85 euro per il vice sindaco e di 1956,51 euro per gli assessori.

“L’amministrazione Di Mare sotto l’albero di Natale si autoregala per il 2023 l’aumento degli stipendi per circa 30 mila euro a cui si aggiungono altri quasi 25 mila euro per il 2024 e tutto a carico dei cittadini megaresi. Infatti – dichiara il consigliere di opposizione Giancarlo Triberio – a differenza delle altre Regioni agli Enti locali siciliani toccherà trovare i fondi per finanziare gli aumenti e questo, inevitabilmente, significa chiederli ai propri cittadini. Questi ultimi, a loro volta, si chiederanno se dovranno pagare più tasse già aumentate come per la Tari e per l’acqua e con una aliquota Irpef ferma ai massimi o, in alternativa, vedere messa ulteriormente a rischio la qualità dei servizi“.

“Riterrei giusto e corretto – conclude Triberio – in un momento economico difficile per i cittadini che anche ad Augusta, essendo facoltà degli amministratori, come già stanno facendo sindaci, assessori e presidenti del Consiglio comunali in molte città della Sicilia di non togliere ulteriori soldi dalle tasche della comunità per i loro stipendi, ma che si utilizzino per i servizi ai cittadini più deboli”.

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