Avola. Non dimentichiamo il sangue di Avola in quel 2 dicembre '68 -  Libertà Sicilia

I “Fatti di Avola” 52 anni dopo. C’è ancora tanta commozione, dolore, rabbia, ma anche ricerca della verità a distanza di mezzo secolo da quello sciopero sindacale per il quale persero la vita due braccianti agricoli: Giuseppe Scibilia e Angelo Sigona. Un “grido” che ieri mattina, durante la rievocazione dei fatti con la deposizione della corona in contrada Chiusa di Carlo, ha fatto proprio Paola Scibilia, unica erede delle due vittime (aveva 9 anni quando il padre perse la vita), oltre le organizzazioni sindacali rappresentate dai segretari generali di Cgil, Roberto Alosi, di Cisl, Vera Carasi e dal sub-commissario della Uil, Saveria Corallo. Con loro anche i rispettivi segretari sindacali dei lavoratori agricoli, Mimmo Bellinvia della Flai Cgil, Sergio Cutrale della Fai Cisl e Sebastiano Di Pietro della Uila Uil.
“In questo territorio si consumò un evento con conseguenze drammatiche, con morti e feriti per mano dell’aristocrazia agraria del tempo. La storia è un monito per tutti noi: i diritti vanno coltivati giorno dopo giorno e oggi vanno riconquistati con la stessa forza e la stessa determinazione – hanno detto i segretari di Cgil, Cisl e Uil -. La memoria va riportata, soprattutto, nei confronti delle giovani generazioni: ci furono diritti sanciti con il sangue e oggi questi stessi diritti vanno perdendosi ed è per questo che la nostra presenza rappresenta anche un monito affinché vadano salvaguardati. Tra l’altro oggi ci troviamo a fronteggiare anche un’altra emergenza: un problema aggiuntivo rappresentato dall’emergenza sanitaria che viviamo da parecchi mesi. Dal 2 dicembre del ’68 ogni anno questo è diventato un momento e un appuntamento particolare e delicato – hanno chiosato i segretari di Cgil, Cisl e Uil -. Qui parliamo anche di caporalato, di gabbie salariali, argomenti ancora attuali nel mondo dei lavoratori agricoli. E’ un giorno che ci aiuta a riflettere e allo stesso tempo a non abbassare mai la guardia perché ci sono diritti da salvaguardare. Ci sono persone da non dimenticare, per noi, per i nostri figli e per tutti i lavoratori in generale”.
Significativa anche la testimonianza del sindaco di Avola, Luca Cannata: “E’ importante ricordare, soprattutto per i nostri giovani. E per un passato che ha cambiato la storia italiana. Lo statuto dei lavoratori, infatti, è cambiato proprio dopo “I Fatti di Avola”. E’ importante ricordare perché ogni giorno parliamo di diritti richiesti da ogni lavoratore, è importante e fondamentale tenere viva la memoria di ciò che successe 52 anni fa perché la lotta per quei diritti è un fatto attuale ancora al giorno d’oggi”.

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