“Ho sempre avuto la convinzione che il conflitto tra Russia ed Ucraina si concluderà quando la Cina e gli Stati Uniti si metteranno d’accordo”. Lo ha detto l’ex presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi, intervenendo oggi a Siracusa, nell’ultima giornata del meeting dal titolo Sicilia, Mediterraneo Europa” organizzato dall’associazione Incontri a Siracusa, a cui ha preso parte anche l’ex ministro degli Esteri, Joschka Fischer.

Il dibattito, dal titolo “Conflitto russo ucraino: cambia tutto per l’Europa?”  è stato moderato dall’inviato del Corriere della Sera, Paolo Valentino, e da Paolo Magri, vicepresidente dell’Istituto per gli studi di politica internazionale.

“La situazione è molto chiara – ha detto Prodi – con l’Europa sotto la sfera di influenza degli Usa e la Russia nell’orbita della Cina. Contrariamente a quanto si pensa, i cinesi non stanno aiutando di fatto la Russia, a cui non hanno dato nemmeno un’arma o una pallottola ma collaborano con Putin per gli interessi in Africa e per la cosiddetta via della Seta”.

“L’Europa fino a questo momento – ha detto Prodi – è stata gestita da due pistoni: la Francia e la Germania, con quest’ultima fortissima in economia. Si sta andando verso una supremazia tedesca in tutti i campi, anche militare, e questo fa impazzire la Francia che non riesce a compiere una grande mossa di apertura verso l’Europa ma si tratta di un problema psicologico che hanno gli ex imperi coloniali. Un po’ come per la Brexit con la Gran Bretagna che non voleva sottomettersi a Bruxelles. Questo sarà un guaio perché la Germania va avanti. Dico, però, che oggi è il momento storico ideale per una politica estera e difesa comune”.

“Dopo la fine della Seconda guerra mondiale – ha detto Joschka Fischer – gli Stati europei hanno basato la loro politica sull’intoccabilità dei confini sanciti dopo il grande conflitto ma questo principio non è stato accettato da Putin. Non possiamo permettere al presidente russo di vincere anche perché dopo potrebbe toccare ad altri paesi, come la Moldavia, per questo è fondamentale il sostegno degli Stati Uniti, di cui l’Europa non può fare a meno. Dobbiamo, però, occuparci dell’integrazione, politica e militare dell’Europa, nel caso gli Stati Uniti cambiassero la linea politica. Quali Stati Uniti avremo nel 2024? Quelli di Biden o di Trump?”

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