“Siamo cambiati e vogliamo continuare a farlo, perché la nostra idea di cambiamento è diversa. Il cambiamento per noi è un costante processo di evoluzione e non una semplicistica e solo apparente trasformazione. È la capacità di adeguamento al mutare dei tempi per rispondere alle diverse e sempre più complesse esigenze dei lavoratori e della società nonché alla domanda di servizi pubblici da parte dei cittadini che vivono il nostro tempo”. E’ quanto ha affermato, ieri mattina, in un passaggio della sua relazione, il segretario generale della Cisl Fp Ragusa Siracusa, Daniele Passanisi, che, a conclusione del terzo congresso sul tema “Partecipazione e innovazione. Il sindacato nuovo” tenutosi in un noto hotel, è stato riconfermato all’unanimità dei presenti nel proprio ruolo. Assieme a lui a comporre la segreteria Sandra Farruggio, segretaria territoriale, e Mauro Bonarrigo, segretario territoriale. Erano presenti Paolo Montera, segretario regionale della Cisl Fp, e Vera Carasi, segretaria generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa. È intervenuto anche il segretario nazionale della Cisl Fp Maurizio Petriccioli che ha chiarito qual è la dimensione nuova che il sindacato intende creare per rispondere alle sfide future.
Presenti anche numerosi rappresentanti istituzionali dei due territori ibleo e aretuseo.
“Siamo il sindacato della proposta – ha proseguito Passanisi nella propria relazione – e per continuare ad esserlo puntiamo sulle competenze dei nostri dirigenti sindacali, con estrema attenzione riguardo alla formazione continua e mirata ad una molteplicità di aspetti delle relazioni sindacali, dalla comunicazione fino alla contrattazione. Una Cisl, quella della Funzione pubblica di Ragusa Siracusa, che interpreta la prossimità ai lavoratori quale effettiva presenza di dirigenti sindacali in tutti i posti di lavoro e disponibilità al confronto quotidiano, che diviene applicativo
della partecipazione traducendosi nella formula dell’essere sindacato prima che
dell’appartenervi. Per fare questo sosteniamo in ogni modo possibile la capillarità e la crescita delle strutture aziendali, in modo tale da avere terminali associativi che arrivino fin dentro ogni ambiente di lavoro, dotati di autonomia, d’immediatezza di azione e di celerità di risposta”. Passanisi ha poi accesso i riflettori sul pianeta Sanità. “Ci siamo confrontati – ha chiarito – con voragini gestionali portati alla ribalta dalla repentina quanto inattesa mannaia epidemica che ha messo a nudo nel nostro territorio, nelle Asp di Ragusa e Siracusa, il progressivo svuotamento degli organici a fronte della crescita del numero di attività e che, insieme all’assenza di investimenti strutturali ed infrastrutturali di avanguardia, ha condotto inevitabilmente alla desertificazione dei servizi sanitari pubblici alla collettività
costringendo i manager a dover essere abili funamboli per scongiurare il peggio. La manifestazione diretta e conseguenziale di tale fenomeno è riscontrabile nell’evanescenza qualitativa e nella migrazione passiva dei pazienti verso realtà sanitarie, dentro o fuori regione, negli standard diversi a parità di spesa, oppure ancora nel privato imprenditore del settore ben preparato ed attrezzato a supplire le lacune dell’offerta pubblica”. In evidenza anche la questione legata agli enti locali.
“Sono il primo livello – ha spiegato Passanisi – di democrazia rappresentativa e, in queste drammatiche condizioni per le quali chi ne paga le conseguenze sono sempre le fasce più deboli tra lavoratori, cittadini ed imprese, appare utopistico pensare di erogare servizi di qualità e sperare di utilizzare in maniera efficace le risorse della Programmazione comunitaria e del Pnrr. Rispetto a tutto ciò, quella dell’opportunità è il binario su cui deve muoversi la Cisl Fp Ragusa Siracusa. C’è tanto lavoro da fare e noi abbiamo il dovere di proporre e stimolare l’attuazione di strumenti programmatori che guardano al futuro, a cominciare dalle nuove assunzioni: non solo eliminare i vincoli assunzionali che bloccano il rinnovo del personale, ancorando le capacità assunzionali al rapporto tra spesa corrente ed entrate correnti, ma quelle risorse finanziarie ricavate dai pensionamenti devono servire ad assumere figure professionali qualificate anche in deroga alle disposizioni vigenti, e non come spesso accade a finanziare la spesa corrente”.

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