La nomina del capo di gabinetto e il protocollo d’intesa con Sicilia Musei sull’utilizzo dell’ex convento di San Francesco d’Assisi sono stati i due temi che hanno impegnato ieri sera il consiglio comunale, riunito in seconda convocazione dopo l’approvazione dei piani del traffico e della mobilità urbana avvenuta lunedì. Nel primo caso non era prevista una votazione, mentre nel secondo, un atto di indirizzo proposto dai capigruppo di opposizione, al momento del voto è mancato il numero legale.

Rinviati gli altri punti all’ordine del giorno: la modifica del regolamento sulla tassa di soggiorno e l’approvazione di quello per la definizione agevolata delle controversie tributarie sono stati rinviati per approfondimenti su proposta del presidente della commissione Bilancio, Salvatore Castagnino; l’atto di indirizzo sulle infrastrutture a Cassibile, per l’assenza dell’assessore ai Lavori pubblici, Pierpaolo Coppa.

Nello specifico, le modifiche al regolamento sulla tassa di soggiorno (che comunque entrerebbero in vigore nel 2020) sono state rinviate con l’impegno, però, che vengano calendarizzate entro il 30 giugno e impegnando l’Amministrazione a presentare ogni tre mesi, alle commissioni Turismo e Bilancio, un piano di spesa delle somme riscosse per un parere non vincolante. Sul punto sono intervenuti Salvatore Costantino e Ferdinando Messina.

 

La questione della nomina del capo di gabinetto, Michelangelo Giansiracusa, è stata affrontata grazie a un ordine del giorno proposto dai consiglieri Salvatore Castagnino, Fabio Alota e Mauro Basile. L’obiettivo era di verificare il rispetto della normativa e il parere di conformità dell’atto. Secondo Castagnino, è stato inopportuno scegliere come capo di gabinetto una persona che ricopre la carica di sindaco in altro comune della provincia, mentre il sindaco Italia avrebbe dovuto cercarlo tra i dirigenti o i funzionari dell’Amministrazione, come sempre era stato fatto fino la 2013. Giuseppe Impallomeni, invece, ha lamentato l’assenza dall’aula sia del sindaco che del capo di gabinetto.

Guerra di cifre sui costi della nomina: 30mila euro l’anno, secondo Costagnino; 1.900 euro lorde al mese, invece, il compenso riconosciuto a Giansiracusa, secondo Costantino. Il segretario generale, Danila Costa, ha chiarito che al capo di gabinetto è stato inquadrato con contratto di pubblico impiego categoria D senza l’applicazione di indennità aggiuntive. Per l’Amministrazione, il vice sindaco, Giovanni Randazzo, ha spiegato che non esiste incompatibilità con la carica di sindaco e ha riconosciuto al capo di gabinetto una “grande disponibilità” e impegno nell’affrontare le varie questioni.

Il dibattito sul punto si è chiuso con la richiesta da parte di Castagnino di una relazione a firma del sindaco e dei revisori legali da inviare via Pec anche all’assessorato regionale alle Autonomie locali.

L’ultimo punto all’ordine del giorno, illustrato da Messina, era l’atto di indirizzo sul protocollo con Sicilia Musei, società incaricata di attuare il progetto “Grandi Mostre” all’ex convento di San Francesco d’Assisi, un programma di eventi da realizzare in meno di tre anni. I firmatari del documento facevano voti affinché l’Amministrazione revocasse in autotutela la delibera di Giunta che ha approvato il protocollo e la relativa consegna del sito. Secondo il documento, l’intesa si configura come una forma di affidamento a un privato di un bene pubblico e, dunque, si doveva procedere con una selezione tra offerte. Inoltre l’accordo sarebbe, dal punto di vista dei costi-benefici, “ampiamente sbilanciato a sfavore del Comune”, mentre le recenti polemiche sulla mostra “Per la crocifissione di sant’Andrea” suggeriscono di “valutare l’affidabilità del soggetto” privato “nonché la regolarità della concessione del sito”.

La risposta è arrivata dall’assessore alla Cultura, Fabio Granata, che ha respinto l’idea che si tratti di una concessione di fatto. In realtà, ha spiegato, l’Amministrazione ha approvato un progetto proposto da Sicilia Musei che prevede la realizzazione di grandi esposizioni “con carattere di unicità ed esclusività” in uno spazio adeguato ottenendo in cambio un canone di 28mila euro l’anno più il pagamento di una percentuale sullo sbigliettamento. Essendo mostre importanti e di respiro internazionale, ha spiegato Granata, necessitano di un lungo lavoro preparatorio e gli organizzatori hanno richiesto garanzie. Quanto alle utenze, i costi per l’Ente sarebbero limitati alla mancata riscossione della Tari e ai consumi idirici (“contenuti per una mostra”) mentre per quelli elettrici si sta trovando un’intesa con la Fondazione Inda che occupa già una parte dello stabile. Inoltre, le opere esposte nel cortile esterno, aperto al pubblico, sono fruibili senza pagare il biglietto. In fondo, ha concluso Granata, stiamo facendo “ciò che la città ci chiede: programmare, destagionalizzare e differenziare l’offerta culturale inserendoci nel circuito delle grandi mostre”.

Il dibattito è stato animato dallo stesso Messina, da Michele Mangiafico e da Impallomeni che hanno insistito sul fatto che le selezioni pubbliche sono sempre quelle più favorevoli per gli enti e sono più trasparenti; il vice sindaco Randazzo ha messo in guardia su eventuali pretese che Sicilia Musei potrebbe avanzare in caso di rottura anticipata del protocollo, confermando però che l’evidenza pubblica resta la “strada maestra” e proponendo la predisposizione di un regolamento specifico sull’uso degli spazi per scopi culturali; Carlo Gradenigo e Pamela La Mesa hanno dato un giudizio positivo sull’operato della Giunta e si sono detti d’accordo con l’idea del regolamento.

Alla fine, il presidente Moena Scala ha messo ai voti l’atto di indirizzo ma è mancato il numero legale.

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