“Nel periodo dal primo marzo 2020 al luglio 2021 sono morti 150 mila italiani più di quelli che ci aspettavamo”. Lo ha detto ieri sera il professor Roberto Burioni, virologo del San Raffaele di Milano, a “Che tempo che fa” su Rai tre.
Lo scienziato ha stigmatizzato l’atteggiamento dei no vax e di chi continua a sostenere che il numero dei morti per la pandemia nel nostro Paese sarebbe di appena 3783, come sostenuto anche in alcuni cartelli esibiti nelle piazze italiane.

“3783: cos’è questo numero? E’ il numero dei morti per la pandemia, secondo una narrazione antiscientifica totalmente irreale che è stata purtroppo fatta propria da alcune persone che protestano e anche da mezzi d’informazione. Questo numero non è vero”, ha detto Burioni, aggiungendo: “Di cosa sono morte le altre 146.217 persone? Di cosa sono morti così tanti italiani? Gli infarti c’erano anche negli anni precedenti, come la vecchiaia e i tumori. Nel 2020 in Italia c’è stato il Covid, sono morti oltre 150mila italiani: questa è la verità”.

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“Non va bene – ha concluso lo scienziato – sminuire i sacrifici terribili che abbiamo fatto e l’importanza della vaccinazione, è una mancanza di rispetto nei confronti di tutti quei morti, dei loro cari, di chi ha subito le conseguenze economiche, sociali ed emotive di questo terribile periodo”.

Sempre nel corso della stessa trasmissione, condotta da Fabio Fazio, il professor Anthony Fauci, consulente della Casa Bianca e direttore del National institute of allergy and infectious disease, ha detto chiaramente che non vi è alcun motivo “per pensare ad effetti negativi a lungo termine del vaccino contro il Covid”.

“Sarebbe assolutamente inusuale – ha aggiunto – avere un effetto a lungo termine misurabile fra dieci o vent’anni: non c’è per alcun vaccino e quindi non c’è alcuna ragionevolezza nel credere che a uno o due decenni dall’inoculazione ci possa essere un effetto deleterio. Non c’è alcun precedente, non c’è neppure una ragione meccanicistica per pensarlo

”Se vediamo i vari Paesi – ha spiegato Fauci – il grado di problematicità attuale è correlato alla percentuale reale di coloro che sono stati vaccinati, negli Usa abbiamo ancora 64 milioni di persone che non sono state vaccinate nonostante potrebbero esserlo. Ci sono 28 milioni di bimbi che hanno un’età tra i 5 e gli 11 anni…se possiamo vaccinare tutti questi bimbi e proteggerli potremmo avere un effetto dinamico sulla protezione dal virus negli Stati Uniti”.

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“È vero – ha concluso – che la curva dei casi sta scendendo, ma non con il grado che vorremmo noi. Speriamo che vaccinando più persone si riesca ad avere una diminuzione ancora maggiore”.

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