Etna, scoperto il meccanismo che controlla le eruzioni

L’Etna torna a farsi sentire. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Osservatorio Etneo, ha comunicato che, dalle 17.50 di ieri, è aumentata l’attività esplosiva al Cratere di Sud-Est. Prosegue, quindi, l’intensa attività del vulcano. Il parossismo della scorsa notte era iniziato in un primo momento all’interno del cratere e generava discontinue e blande emissioni di cenere sull’area sommitale. Durante la notte poi il flusso lavico prodotto dall’attività al cratere di Sud-Est ha raggiunto una quota di circa 2800 m sul livello del mare. L’ampiezza del tremore vulcanico è in costante aumento ed inoltre, l’emissione di cenere è aumentata e sta ricadendo copiosa sui Comuni del comprensorio etneo. Lo “spettacolo”, ormai vissuto con angoscia dalle popolazioni dei 37 paesi etnei a turno ricoperti dalla fitta coltre di sabbia nera, è iniziato a partire dalle ore 17.17 di ieri quando gli strumenti della Sala operativa dell’Osservatorio Etneo dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) hanno registrato un aumento del tremore con correlativo incremento di attività esplosiva, cosiddetta “stromboliana”. Un’ora dopo, circa, l’attività si è trasformata in altissime fontane di lava, che hanno generato flussi lavici ancora stamani leggermente alimentati, visto che l’attività è fortemente scemata.

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