Con un atto di indirizzo approvato stamattina all’unanimità, il consiglio comunale giudica “insoddisfacente” la rete ospedaliera regionale e chiede per Siracusa un nosocomio di secondo livello. Il documento è l’esito di un lungo dibattito su una richiesta del consigliere Franco Zappalà per l’istituzione di un Osservatorio incaricato di seguire la vicenda, richiesta che poi è stata momentaneamente ritirata per dare spazio, appunto, ad un atto su quelle che sono le reali aspettative della comunità siracusana.

Rispetto agli altri punti all’ordine del giorno, la seduta proseguirà domani (in seconda convocazione) per discutere il bilancio consuntivo del 2017: è infatti mancato il numero legale al termine di un lungo confronto su una pregiudiziale di trattabilità della proposta sollevata da Cetty Vinci. Ritirato invece dalla proponente, Chiara Catera, l’ordine del giorno dedicato ai controlli sulla qualità dell’aria perché – come detto dalla stessa consigliera – l’argomento in questo momento è oggetto di un approfondimento nella commissione competente.

La riunione è iniziata con l’osservanza di un minuto di raccoglimento, chiesto dal presidente Moena Scala, per ricordare l’ex consigliere comunale Sergio Claudio, recentemente scomparso a causa di una lunga malattia. Poi ha preso la parola Ferdinando Messina che ha annunciato la presentazione di un’interrogazione sulle modalità di utilizzo dell’Urban centre, che sarà oggetto di una successiva seduta.

Sempre in fase preliminare, di contenuto più politico è stato l’intervento di Giuseppe Impallomeni che ha annunciato l’abbandono di Cantiere Siracusa per passare al Gruppo misto. Impallomeni ha lamentato un distacco della politica locale da quella nazionale: “Una forza locale priva di un respiro nazionale e regionale e privo di riconoscibilità ha un’azione limitata”, ha detto. Sul tema del nuovo ospedale, la proposta di Zappalà era per la costituzione di un Osservatorio formato da tre poche persone che, “senza spreco di tempo e di denaro”, seguisse la vicenda e avesse il preciso mandato di incontrare il presidente della Regione e il ministro della Salute. Secondo Zappalà si assiste oggi al “protagonismo di soggetti che quotidianamente, attraverso i media, disinformano la comunità sull’iter da seguire”. Per il consigliere, bisogna dare dignità e “migliorare la vita del popolo siracusano” mentre “nella vicina Catania si sta per inaugurare l’ennesima struttura sanitaria e nella vicina Ragusa, che per densità abitativa è inferiore a Siracusa, persistono tre strutture sanitarie di eccellenza”. Per Zappalà, “Siracusa deve avere l’ospedale che merita, capace di garantire la salute di tutti”.

La proposta ha dato però l’opportunità di aprire un dibattito sul nuovo nosocomio con la partecipazione di diversi consiglieri. Per Ezechia Paolo Reale, che ha proposto di organizzare un presidio davanti la Regione, siamo in una fase molto fumosa, sulla quale ha chiesto al sindaco di fare chiarezza; Mauro Basile ha evidenziato le responsabilità della rappresentanza politica siracusana nei ritardi accumulati e la preoccupazione che altri se ne possano accumulare; Salvatore Castagnino ha chiesto la conferma dell’area della Pizzuta perché ha le caratteristiche necessarie, e ha bollato come sperpero di soldi il nuovo incarico dato dalla Regione a un tecnico per valutarne l’idoneità; Salvatore Costantino Muccio, Federica Barbagallo e Curzio Lo Curzio hanno insitito sulla necessità di avere un ospedale di secondo livello tenendo anche conto della presenza di uno dei petrolchimici più grandi di Europa; per Michele Mangiafico l’Asp è tenuta a produrre un progetto che tenga conto delle caratteristiche dell’area, avanzando il sospetto che qualcuno non voglia far fare il nuovo ospedale; per Andrea Buccheri la decisione sul progetto deve comunque tenere conto della decisione del consiglio comunale sull’area.

Anche l’Amministrazione è interventa sull’argomento. Il sindaco, Francesco Italia, ha detto che in tutte le sedi ha sempre sostenuto la necessità di avere un ospedale di secondo livello, evidenziando come l’Asp non abbia finora detto cosa pensa dell’area scelta e non abbia mai mostrato un progetto; l’assessore Fabio Moschella che ha invitato tutti a concentrarsi sulla procedura più breve da seguire, poiché la caratteristica modulare del nuovo nosocomio consentirà di adattarlo ai reparti che si deciderà di attivare e poiché ci sono i margini finanziari per dotare la struttura della viabilità necessaria.

Dopo il dibattito, il presidente Scala ha concesso una breve pausa per consentire una sintesi e la stesura dell’atto di indirizzo che poi è stato approvato dall’aula. Il documento affronta tre questioni. Innanzitutto dichiara “insoddisfacente” la destinazione a Siracusa di un ospedale di primo livello e “rivendica la necessità che nel territorio sia individuata una struttura di secondo livello”. Chiede, dunque la modifica della rete ospedaliera regionale e, intanto, l’immediata previsione di “reparti ospedalieri aggiuntivi” che tengano conto della presenza del più grande polo petrolchimico di Europa con tutte le ricadute in termini di salute e di sanità”. Infine, che la progettazione da parte dell’Asp abbia caratteristiche idonee alla classificazione di secondo livello e “abbia caratteristiche di modularità”. Il confronto sul consuntivo 2017 è stato incentrato prevalentemente sulla pregiudiziale di trattabilità sollevata da Cetty Vinci per carenza negli allegati. In sostanza, la consigliera ha evidenziato come non ci fossero i bilanci 2017 di due società partecipate, il Consorzio universitario e l’Ato Idrico, chiedendo anche come fosse stato possibile per i revisori dei conti esprimere un parere. Sul punto sono intervenuti Messina, Mangiafico, Reale, Lo Curzio e Costantino.

Per i revisori, Sebastiano Brancati ha chiarito che il parere era stato rilasciato sulla base dei documenti disponibili, che per le due partecipate sono i bilanci 2016. Il ragioniere generale, Giorgio Giannì ha spiegato che i bilanci 2017 non sono stati approvati dalle due società ed è per questo che mancano dagli allegati. La presidente Scala ha, quindi, messo ai voti la trattabilità della proposta ma è mancato il numero legale.

Prima che si sviluppasse il confronto sulla trattabilità, il presidente della commissione Bilancio, Castagnino, aveva abbandonato l’aula per l’assenza dei revisori dei conti e del ragioniere generale, giunti a dibattito iniziato. Castagnino aveva sostenuto che in loro assenza i consiglieri non avrebbero potuto avere i chiarimenti necessari per votare la proposta sollevando in particolare tre criticità: com’era stato possibile che, a dicembre 2017, il doggy park di piazza Adda fosse stato realizzato con 25mila euro prelevati dal fondo di riserva del sindaco; la corrispondenza della spesa sociale rispetto a quanto previsto dalle norme; l’attinenza tra preventivo e consuntivo 2017 vista che il primo era stato votato allo scadere dell’anno anno.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com