“Con tutta probabilità il delicatissimo <<Seppellimento di Santa Lucia>> di Caravaggio non si allontanerà neppure di un centimetro dalla sua Siracusa, eppure la vicenda che ha interessato in questi giorni il dibattito in città rappresenta un chiaro spaccato di come l’attuale Governo regionale ha inteso le politiche culturali in Sicilia”.

Ad intervenire è l’On. Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive, commentando l’ipotesi di un prestito per una mostra, curata dal critico Vittorio Sgarbi a Rovereto del capolavoro esposto attualmente a Siracusa, nella chiesa di Santa Lucia alla Badia.

“Al di là dei problemi legati alle condizioni dell’opera, la cui autorizzazione al trasporto può essere rilasciata soltanto da enti scientifici certificati – spiega l’On. Cafeo – pensare ad un prestito proprio adesso, nel momento in cui lo sforzo di tutti dovrebbe essere proteso verso il rilancio del turismo e dell’attrattività della nostra isola, appare quanto meno inopportuno, per non dire scellerato”.

“Il palese ricatto economico, secondo il quale il trasferimento avrebbe comunque in cambio un importante intervento di manutenzione, risulta offensivo per tutti i siciliani – prosegue l’On. Cafeo – ma soprattutto per un Governo regionale che proprio sui capolavori presenti nell’Isola dovrebbe puntare al massimo, intervenendo per i restauri senza la necessità del mecenate di turno”.

“In realtà, i motivi per i quali l’opera del Caravaggio non deve andare a Rovereto sono molto più semplici – continua Giovanni Cafeo – in primo luogo perché la mostra allestita non presenta la necessaria rilevanza scientifica, tale da giustificare un simile rischio e poi, in risposta a chi considera il dipinto un veicolo di visibilità per Siracusa, perché la nostra città gode già di fama nazionale e internazionale, accresciuta semmai dalla presenza del <<Seppellimento di Santa Lucia>> e non dal suo trasferimento”.

“Auspico un deciso cambio di rotta nelle politiche culturali regionali – conclude l’On. Cafeo – nell’ottica di un piano di visione complessiva lungimirante, volto a dare risposte concrete a tutti gli operatori del settore, immaginando una destagionalizzazione che oggi non è più un ipotetico obiettivo da raggiugere, ma un’esigenza di sopravvivenza; ci opporremo in ogni modo a questa visione o meglio mancanza di visione sulla valorizzazione dei nostri beni e sulle politiche di destagionalizzazione”.

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