Next Generation EU. Cia, subito i fondi all'agricoltura. Non manchi  strategia | Agricultura.it

“No all’ulteriore ‘scippo’ di risorse nella programmazione aggiuntiva 201/2022 per l’agricoltura. Dopo la polemica sul ‘furto’ da 40 miliardi al Mezzogiorno nella distribuzione sui fondi della Next Generation, arriva il tentato lo scippo da mezzo miliardo ai fondi per l’agricoltura. Ma la Sicilia dice no”. Con una articolata nota l’assessore Edy Bandiera pone la Sicilia alla testa delle regioni del Centro Sud. Uno stop, dunque, alla proposta di tre regioni del Nord ‘pigliatutto’ ottenuto in extremis.

La vicenda si sviluppa tutta in conferenza nazionale politiche agricole, organismo permanente del quale fanno parte tutti gli assessori all’agricoltura d’Italia, dove si è iniziato a discutere del riparto dei fondi del nuovo Psr 2020-2027. Tre regioni del nord (Veneto, Lombardia e Emilia Romagna) hanno presentato una proposta che si fonda su criteri di riparto delle ingenti somme, basati su parametri (popolazione, numero di aziende e fatturato) che sposterebbero le somme, rispetto all’attuale Psr, verso le regioni del nord.

Sul piatto ci sono poco meno di 500 milioni di euro che ballano fra il Mezzogiorno ed il Nord Italia. Di Fatto le regioni del Nord hanno chiesto si superare icriteri di ripartizione e crearne di nuov che tengano conto solo di superfice agricola della Regione, numero di aziende, produzione agricola regionale e superfice forestale. Un criterio contestato dalla Sicilia con una lettera tecnica del 15 dicembre scorso. Il criterio proposto infatti creerebbe ulteriore sproporzione “si avrebbe un risultato finale – scrive nella sua lettera l’assessore Edy Bandiera con nota controfirmata dal direttore Dario Cartabellotta – che trasferisce ingenti risorse per lo sviluppo di aree rurali dalle regioni meno sviluppate alle regioni più sviluppate. Si tratterebbe di oltre il 7% di quota FEASR, a cui, se si rimane con lo stesso criterio di ripartizione della quota Statale, si aggiungerebbe un ulteriore 20% di risorse nazionali, visto che nella passata programmazione lo Stato ha speso il 60% per il Nord ed il 40% per il Sud”. La Sicilia richiama i criteri usati dall’Europa nella ripartizione del fondo fra Stati “Infatti, per la ripartizione dei 750 miliardi di euro del fondo Next Generation’ tra gli Stati membri l’Unione europea ha definito tre criteri:  Popolazione, reddito pro-capite e tasso medio di disoccupazione negli ultimi 5 anni.  In base a questi criteri all’Italia sono stati attribuiti 209 miliardi di euro (la fetta più importante dell’ammontare totale). Se il criterio fosse stato – si legge ancora nella lettera della Regione – soltanto quello della popolazione l’Italia avrebbe ricevuto soltanto 97,5 miliardi di euro. Tutto il resto (111.5 miliardi di euro) è stato attribuito all’Italia perché il Mezzogiorno ha un reddito pro-capite medio di 17 mila euro rispetto ai 33 del Centro-Nord, e un tasso di disoccupazione del 17% rispetto al 7,6% del Centro-Nord”.

“L’applicazione della proposta iniziale porterebbe quindi al paradosso che le risorse Next Generation affidate all’Italia sulla base di parametri di debolezza siano poi ripartite fra le Regioni e Provincie sulla base di criteri profondamente diversi e sostanzialmente opposti” conclude la lettera della Sicilia. Sulla proposta della Sicilia sono confluite ed hanno fatto gruppo le regioni del mezzogiorno d’Italia e a loro si è unita anche l’Umbria” sostiene Bandiera.

Il muro delle regioni del Centro Sud  ha ottenuto come primo effetto lo stop alla proposta di ripartizione delle Regioni del Nord e la convocazione di un nuovo incontro per affrontare la ‘proposta Bandiera’ per domani pomeriggio (lunedì 21 dicembre) nel quale le Regioni del Meridione si presenteranno compatte “a sostegno e difesa di una posizione che tutti crediamo legittima sulla base di una serie di indici socioeconomici”

Ma nel ribadire che eventuali modifiche ai criteri si potranno pensare solodal 2023 Bandiera non si limita a proporre il mantenimento dei criteri coerenti con quelli europei ma precisa anche “Non si tratta quindi di una guerra di territori, ma di concentrare risorse laddove è necessario intervenire per riequilibrare differenze evidenti fra le Regioni e all’interno delle Regioni” ha concluso l’assessore Bandiera.

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