Prosegue, serrata, la protesta dei lavoratori del Consorzio di bonifica di Siracusa. Da due mesi non percepiscono lo stipendio e una terza mensilità è ormai di prossima maturazione. Dopo avere proclamato lo stato di agitazione, si sono ritrovati per due giorni consecutivi a Lentini, davanti la sede legale del consorzio, in via Agnone, per manifestare il loro disagio e sostenere la battaglia intrapresa dagli stessi vertici del consorzio nei confronti dell’istituto bancario tesoriere dell’ente, che nelle scorse settimane ha sospeso il pagamento dei salari. È una grave emergenza quella che sta interessando il Consorzio di bonifica di Siracusa a seguito di un’ordinanza di assegnazione resa dal Tribunale di Catania il 22 giugno nella procedura esecutiva mobiliare promossa da una società creditrice, la Safab Srl in liquidazione. Con l’ordinanza il giudice dell’esecuzione ha di fatto assegnato alla società creditrice la somma complessiva di poco più di 517mila euro.

«Il giudice – scrivono il commissario straordinario e il direttore generale del Consorzio di bonifica della Sicilia orientale, Francesco Nicodemo e Giuseppe Barbagallo, in una nota inviata al prefetto di Siracusa e all’istituto tesoriere consortile – assegnava esclusivamente le somme disponibili sui conti correnti indicati con la dichiarazione di terzo rilasciata dalla banca. A seguito della notifica dell’ordinanza è avvenuto tuttavia che l’istituto tesoriere del consorzio ha sospeso il pagamento degli stipendi, ha reso indisponibili le somme residuali di fido e ha vincolato tutte le altre giacenze e ogni ulteriore accredito successivo alla notizia dell’ordinanza, finanche i pagamenti eseguiti dall’utenza consortile per il servizio irriguo». Nicodemo e Barbagallo, che hanno al loro fianco anche gli stessi lavoratori da due mesi senza salario, sollecitano l’intervento del prefetto e la convocazione di un incontro per una rapida definizione della vertenza. Finora – come rilevano il commissario straordinario e il direttore generale nella nota trasmessa per conoscenza anche all’Assessorato regionale dell’agricoltura e alle segreterie regionali di Fai-Cisl, Flai-Cgil, Filbi-Uil e Sifus e di Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri – «ogni invito rivolto all’istituto tesoriere a effettuare il pagamento degli stipendi, i cui mandati tra l’altro erano stati depositati in data antecedente alla notifica dell’ordinanza, e di ripristinare la disponibilità delle somme del fido e delle altre giacenze sono state rigettate».

Secondo i vertici del Consorzio «l’operato dell’istituto bancario viola le disposizioni normative e la stessa convenzione di tesoreria tra le parti». Una condotta – denunciano – che «ha di fatto bloccato l’attività istituzionale dell’ente determinando riflessi di ordine sociale sfociati nello stato di agitazione proclamato dai dipendenti e riflessi di ordine pubblico per la compromissione del regolare svolgimento della stagione irrigua».

«Lo stato di agitazione – chiarisce il segretario provinciale di Sifus Confali, Francesco Giuffrida, che si è rivolto al prefetto chiedendo la convocazione di un vertice – non comporterà alcuna interruzione di servizio. Siamo i primi ad avere a cuore il comparto agroalimentare, già sin troppo martoriato dalla siccità che attanaglia la nostra isola. Trascorrendo però anche il mese di luglio arriveremo a tre mensilità non retribuite e questo potrebbe davvero causare gravi disservizi considerate le difficoltà di molti lavoratori a raggiungere il posto di lavoro per le conseguenze economiche del mancato pagamento degli stipendi».

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