Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso alcune riserve sulla proroga di un anno delle concessioni balneari, contenuta nel decreto milleproroghe approvato giovedì scorso in via definitiva. Nella lettera che accompagna la promulgazione della legge di conversione del decreto milleproroghe, indirizzata ai presidenti del Consiglio, della Camera e del Senato, Mattarella afferma che «i profili di incompatibilità con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali definitive accrescono l’incertezza del quadro normativo e rendono indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di governo e parlamento». L’invito è, pertanto, quello di «assicurare l’applicazione delle regole della concorrenza e la tutela dei diritti di tutti gli imprenditori coinvolti, in conformità con il diritto dell’Unione europea», nonché di «garantire la certezza del diritto e l’uniforme applicazione della legge nei confronti dei soggetti pubblici e privati che operano in tale ambito».

Nella lettera inviata alla premier Giorgia Meloni e ai presidenti di Camera e Senato, il presidente della Repubblica scrive senza troppi giri di parole che sulle concessioni demaniali «è evidente che i profili di incompatibilità con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali accrescono l’incertezza del quadro normativo e rendono indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di governo e Parlamento».

Bisognerà dunque rimediare. Anche perché il testo è ormai in vigore e occorrerà capire come attuare le modifiche e quali debbano essere i correttivi. Mattarella sa bene che se si sceglierà di andare allo scontro con l’Ue l’apertura di una procedura di infrazione sarà inevitabile.

In Sicilia, intanto, fremono i circa tremila titolari di concessione demaniale marittima, gli oltre 7.500 addetti e i 100 mila stagionali impiegati nel settore della balneazione. Che succederà dopo l’invito di Mattarella? Come cambierà una norma che prorogava di un anno l’avvio delle gare per le nuove concessioni? La Sicilia nelle scorse settimane è stata in prima fila nella battaglia contro la cosiddetta direttiva Bolkestein.

A inizio anno un gruppo di imprenditori balneari aderenti all’Associazione turistica balneare siciliana ha presentato ricorso al Tar di Catania per riottenere le concessioni con durata fino al 31 dicembre 2033. La Regione aveva dovuto fissare la nuova scadenza delle concessioni al 2023 dopo la sentenza del Consiglio di Stato che, a novembre 2021, ha cancellato la proroga di quindici anni che era stata disposta dalla legge nazionale 145/2018. Secondo l’Associazione turistica balneare siciliana, però, il regime di statuto speciale della regione consentirebbe di mantenere la validità dei titoli fino al 2033. 

In campo è scesa anche Cna balneari Sicilia che, nel corso dell’ultima assemblea che si è tenuta a Pozzallo il 21 gennaio scorso, ha esplicitamente chiesto di «sospendere la scadenza delle concessioni, attualmente prevista al 31 dicembre 2023, ed effettuare la mappatura, dalla quale emergerà la non scarsità della risorsa e dunque il diritto per gli operatori di continuare a svolgere regolarmente la propria attività».

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