Una immagine del soccorso della Guardia costiera a Lampedusa, 8 marzo 2023. Un barchino di 7 metri è naufragato in area Sar a largo di Lampedusa. A soccorrere 38 migranti, fra cui 11 donne e un minore, sono stati i militari della Capitaneria di porto e della Guardia di finanza. Non sono stati riferiti dispersi in mare. ANSA/ GUARDIA COSTIERA ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY++

Un motopeschereccio con 500 persone a bordo, tra cui decine di donne e bambini, è in area Sar italiana, al largo della Sicilia, nel Mare Jonio. Lo riferisce il telefono di soccorso civile Alarm Phone e l’ong Mediterranea Saving Humans. “Abbiamo allertato – afferma l’ong – le autorità competenti. Non perdete tempo: mandate subito i soccorsi!”. La barca starebbe imbarcando acqua.

È partita un’operazione di soccorso a circa 80 miglia a est di Siracusa, con diversi mezzi coinvolti. Una motovedetta della Guardia costiera ha mollato gli ormeggi da Pozzallo, ma ce ne sarebbero altre coinvolte dal versante orientale siciliano. La Guardia costiera in difficoltà nell’area Sar italiana, a sud ovest della Sicilia orientale e a sud ovest del Mar Ionio, ha chiesto supporto alla Marina Militare. Lo rende noto il ministero della Difesa spiegando che “è stato disposto l’immediato intervento di Nave Sirio, già presente nell’area per le proprie attivita operative, ad integrazione dei mezzi della Guardia costiera attualmente impegnati sulla scena luogo dell’azione. La nave militare sta procedendo alla massima velocità consentita per fornire l’assistenza richiesta”.

In realtà la Guardia costiera sta intervenendo in soccorso di circa 1.300 persone su imbarcazioni che stanno cercando di raggiungere l’Italia. Tre motovedette stanno operando, a circa 70 miglia a sud di Crotone, per prestare soccorso al barcone con i 500 migranti a bordo. Altre unità della Guardia Costiera – Nave Dattilo e ulteriori 3 motovedette stanno prestando soccorso ad altri due barconi con un totale di circa 800 migranti a bordo che si trovano, invece, a circa 100 miglia da Roccella Ionica. I soccorsi, coordinati dalla Centrale operativa della Guardia Costiera di Roma in area di responsabilità sar italiana, risultano particolarmente complessi per il numero elevato di persone presenti a bordo delle imbarcazioni alla deriva. Le operazioni proseguiranno nelle prossime ore anche con l’impiego di un aereo Atr 42, di Nave Corsi e di Nave Visalli della Guardia Costiera.

Intanto c’è preoccupazione per il recente decreto varato dal governo che tiene lontano le navi Ong dai soccorsi in mare. In particolare è quanto segnala la Ong Sea Watch. «Ieri con il nostro aereo da ricognizione Seabird abbiamo avvistato 19 imbarcazioni in difficoltà sulla rotta tunisina. Nelle immagini una motovedetta della Guardia Costiera italiana, completamente sovraffollata, che tenta di soccorrere contemporaneamente sette imbarcazioni – scrive in una nota l’organizzazione umanitaria –. Con il decreto contro le Ong approvato dal Governo italiano, la Guardia Costiera si ritrova a non poter contare sul supporto di navi attrezzate dovendo invece chiedere l’aiuto di mercantili totalmente inadeguati». Secondo la Ong, «ieri erano presenti in mare circa mille persone a bordo di decine di imbarcazioni. Una è affondata e una donna è morta». In mare, concludono i responsabili di Sea-Watch, «servono tutte le navi, tanto quelle delle autorità quanto quelle della società civile. Il nuovo decreto invece va esattamente nella direzione contraria».

E proprio in serata è allarme per un barcone con 80 persone a bordo e tanti bambini in balia del mare da quattro giorni. «I bambini a bordo sono malati, tutti sono disidratati e affamati – scrive su Twitter Alarm Phone – Temiamo che potrebbero non sopravvivere un’altra notte là fuori».

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