I familiari annunciano il funerale di Vincenzo Cancemi, l’elettricista 42enne di Pachino trovato morto impiccato a un albero il 28 aprile del 2022 nella sua villetta a Marzamemi. Le esequie dell’uomo saranno celebrate, domani, sabato 27 maggio alle 10:30 nella Chiesa Madre di Pachino.

Da quel giorno, la sua salma è rimasta non seppellita nell’obitorio del cimitero di Pachino. Dissequestrato il cadavere da parte dei magistrati, sono stati i parenti ad opporsi alla sepoltura. Convinti che il decesso, che qualche settimana fa è stato archiviato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Siracusa come suicidio, sia avvenuto «in circostanze misteriose». La scena di quella morte è stata ripresa, dall’inizio alla fine, in un video di circa 14 minuti con il cellulare dallo stesso Cancemi. Un dispositivo su cui sono stati trovati altri contenuti in soggettiva girati dall’uomo. «Ti dimostro che comunque morirei per te, anche se tu non mi credi», dice Cancemi in quest’ultimo video rivolgendosi alla sua compagna.

Fin dall’inizio, i familiari di Vincenzo hanno respinto l’ipotesi del suicidio e hanno cercato di ottenere una completa indagine sulle circostanze della sua morte. Hanno richiesto un esame autoptico per fare luce sulla verità e scoprire se ci siano elementi che indichino un’altra causa della morte del loro caro.

Sulla base dei risultati dell’analisi del video fatta dal nucleo investigativo della procura, il gip, però, ha dichiarato che «non appare utile espletare approfondimenti tecnici sul filmato, né ulteriori indagini medico-legali poiché il contenuto mostra un atto suicidiario senza l’intervento di una mano esterna». Una ricostruzione che non convince i familiari che, nella speranza di fare luce sul caso, hanno provato ogni tentativo. La famiglia di Vincenzo Cancemi, ha dichiarato che non è stata loro concessa l’autorizzazione per effettuare un’autopsia, nemmeno in forma privata. Questa situazione ha ulteriormente alimentato i loro dubbi e sospetti sulla morte di Vincenzo.

La vicenda ha attirato l’attenzione anche mediatica, con la partecipazione di programmi televisivi come “Le Iene” e “Chi l’ha visto?”, che hanno cercato di portare giustizia e chiarezza a questa storia.

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