Nella giornata di ieri, Agenti della Polizia di Stato, in servizio al Commissariato di P.S. di Noto, al termine di un’articolata attività investigativa, davano esecuzione al decreto di sequestro preventivo disposto dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siracusa su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa avente ad oggetto degli immobili siti in Noto, nei pressi della Contrada  di San Corrado di Fuori, nella materiale disponibilità di un uomo (classe 1969) residente a Noto, già conosciuto alle forze di polizia e già indagato per i reati di
truffa, falsità materiale commessa dal privato e abusivismo edilizio.
L’attività d’indagine, espletata dagli investigatori del Commissariato di Noto, ha consentito di acquisire, nell’agosto 2017, elementi di responsabilità a carico di un sedicente eremita in ordine all’attività truffaldina posta in essere ai danni di un malcapitato e finalizzata al conseguimento di vantaggi economici. Lo stesso, approfittando dello stato di vulnerabilità dell’uomo, in conseguenza di un grave incidente, con abilità persuasiva lo induceva in errore, facendogli stipulare, in suo favore, un contratto di comodato d’uso a titolo gratuito di un immobile di circa 70 mq, composto da tre vani, un bagno e un cortiletto interno, adibito a deposito arredi a supporto di altro immobile ove la vittima svolgeva attività commerciale, ubicato a in Contrada San Corrado Fuori le Mura. La vittima si decideva a concedere gratuitamente l’immobile in quanto l’individuo si era presentato quale frate, e la destinazione d’uso ipotizzata doveva riguardare la realizzazione di alloggi per religiosi. Il sedicente frate, in cambio, si dichiarava pronto ad incrementare il turismo in quella zona a vantaggio dell’attività commerciale della vittima. Pensando di fare un’opera di bene in favore di un religioso, la vittima cedeva l’immobile. Le successive indagini permettevano ai Poliziotti di acquisire il contratto di comodato in questione, sul quale era stata apposta la firma dello pseudo frate, della vittima, nonché di un ignaro religioso superiore che , venuto a conoscenza dei fatti, prendeva le distanze dall’atto redatto e dalla firma chiarendo bene che da tempo si era allontanato dall’indagato e che non aveva firmato alcun tipo di contratto, né delegato alcuno in tal senso. Un sopralluogo nell’abitazione ove lo pseudo frate risiedeva consentiva di riscontrare l’anomala esecuzione di lavori di ristrutturazione in atto, con abbattimento di pareti, in assenza di autorizzazione prevista per immobili sottoposti a vincolo idrogeologico e paesaggistico. Il sedicente frate, dalle cangianti identità, che riusciva a farsi accogliere in diocesi dal Vescovo di Noto, vanta numerosi precedenti penali per reati contro il patrimonio anche mediante frode commessi in altre regioni d’Italia. Lo stesso si professa appartennete alla Comunità religiosa missionari eremiti urbani oblati di San Corrado, una comunità non contemplata in alcun atto della diocesi. Sussistendo, pertanto, il fumus dei delitti di truffa, falsità materiale, abusivismo edilizio, stante il rischio di consolidamento del danno cagionato, il profitto del delitto di truffa, e ritenendo sussistente il pericolo che la libera disponibilità delle opere in sequestro da parte dell’indagato potesse agevolare la commissione di nuovi reati della stesse specie di quelli per cui si procede o aggravare le conseguenze del reato col completamento delle opere abusive, il Gip disponeva il sequestro preventivo degli immobili.

 

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