Non è ancora chiaro il movente sul tentato omicidio avvenuto ieri sera a Pachino, verso le 20, 15, nella zona del mercato ortofrutticolo. Una certezza, comunque, c’è. Non correva buon sangue tra la vittima, Peppe Aprile, 41 anni, di Portopalo di Capo Passero, una sfilza di precedenti penali alle spalle, ed il suo presunto feritore, Gianni Vizzini, 32 anni, di Pachino, anche lui personaggio conosciuto dalle forze dell’ordine. Secondo una prima ricostruzione, i primi colpi di pistola vengono esplosi in via Cappellini. Sono gli abitanti del quartiere a sentire gli spari, proprio dove abita Vizzini. Poi, Peppe Aprile, forse spalleggiato da alcuni amici, va in un bar di contrada Pianetti, a poche decine di metri dal mercato. C’è pure Gianni Vizzini, armato, che spara con una pistola calibro 7,65 ad altezza d’uomo. I proiettili, almeno due, spappolano il fegato di Aprile che cade per terra in un lago di sangue. Nessuno nell’immediatezza del fatto, ha avvertito la polizia, nè l’ambulanza del 118. Sono gli amici di Aprile a prestargli i primi soccorsi. Viene caricato su un’auto e da Pachino comincia una corsa a tutta velocità verso l’ospedale “Di Maria” di Avola. I medici del Pronto soccorso, subito si sono resi conto che le condizioni di Aprile erano gravissime ed hanno chiesto l’intervento dell’elisoccorso per il trasferimento al Garibaldi di Catania.
Peppe Aprile è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico e adesso lotta tra la vita e la morte in rianimazione. Sono stati gli agenti del Commissariato, diretti dalla dirigente Maria Antonietta Malandrino, ad arrivare per primi sul luogo della sparatoria. Sull’asfalto c’erano tracce di sangue, ma nessuno ha collaborato alle indagini. I poliziotti di Pachino, che conoscono il territorio palmo per palmo,
sono risaliti al presunto killer, apprendendo degli spari precedenti in via Cappellini.
Così, un’ora dopo la sparatoria, Gianni Vizzini, è stato prelevato e portato in Commissariato, dove è stato sottoposto allo stub. Contro di lui, gravissimi indizi tanto da finire nel carcere di Cavadonna con l’accusa di tentato omicidio. L’accusato non avrebbe collaborato, nè spiegato i motivi che lo avrebbero portato a fare fuoco contro la vittima. E’ stato interrogato anche dalla dirigente della squadra mobile di Siracusa, Rosalba Stramandino, ma avrebbe negato di essere stato lui a sparare. I poliziotti hanno acquisito le registrazioni delle telecamere che si trovano in contrada Pianetti.
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