Velocizzare l’iter per istituire il Parco Nazionale degli Iblei. E’ stato siglato da 511 enti ed istituzioni locali un documento con cui viene chiesto agli organi competenti di arrivare all’obiettivo.
“L’istituzione del Parco nazionale degli Iblei, oltre a rappresentare un indispensabile riconoscimento utile alla tutela e alla conservazione di un’intera area dell’altipiano ibleo compreso fra le province di Siracusa, Ragusa e Catania – dice Marco Mastriani, componente di Ente Fauna Sicilia – rappresenta anche e soprattutto un concreto e nuovo modello di sviluppo che pone le sue fondamenta nel riconoscimento dell’ecoturismo come perno centrale di una nuova programmazione dei territori interessati, ponendo al centro come priorità la tutela del patrimonio ambientale, naturale, culturale e del paesaggio, verso una fruizione consapevole e responsabile degli stessi, con importanti e concreti benefici socio-economici per le comunità locali”. Sull’argomento è stato inviato un documento al Ministero per la transizione ecologica.
“Le perplessità dei territori interessati – si legge – puntano sulla zonizzazione poco ragionata che porrebbe limiti in aree già urbanizzate, i dubbi sull’ente gestore e sui fondi per garantire il funzionamento di un parco così grande”.
Mastriani ricorda che “l’istituzione del Parco nazionale degli Iblei rientra in linea con gli obiettivi prefissati dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile” e sottolinea poi la necessità di tutelare la biodiversità iblea (“solo nell’anno 2021, in Sicilia, compresa l’area degli Iblei, sono andati in fumo oltre 78 mila ettari di superficie boschiva e vegetazionale”). Motivi per cui “istituire il Parco nazionale degli Iblei consentirebbe di avere maggiori strumenti e risorse economiche finalizzati alla tutela, prevenzione e monitoraggio del fenomeno, oggi divenuto allarmante con dati sempre in crescita, a cui l’istituzione dell’area protetta farebbe scaturire una notevole diminuzione degli incendi nella Sicilia sud-orientale, anche per il venir meno di eventuali speculazioni sui territori interessati”. Non è chiarito, però, come e chi dovrebbe occuparsi di questa importante tutela in una vastissima area come quella del parco nazionale degli Iblei.
Sulla validità del modello “aree protette”, le 61 associazioni non nutrono il minimo dubbio. “Dallo studio che ha preso in analisi i territori di 23 parchi nazionali, è emerso il censimento di oltre 68.000 attività produttive, con un’incidenza elevata di attività commerciali, attività artigianali, aziende agricole, attività di ristorazione e in generale al comparto diretto e indiretto del settore del turismo, di fatto in controtendenza a coloro che affermano una ipotetica paralisi delle attività economiche all’interno delle aree protette”.

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