I lavoratori precari Covid della sanità sono scesi in piazza, ieri, a Palermo, insieme ai sindacati Cgil e Uil Sicilia, per chiedere risposte alle istituzioni regionali sul loro futuro lavorativo. Il corteo, partito da piazza indipendenza alle 14, si è incamminato verso l’Assemblea Regionale Siciliana.

“Una decisione dettata dalla miope e iniqua presa di posizione dell’assessore Volo sulla questione”, si legge in una nota diffusa ieri dal Coordinamento regionale professionisti emergenza Covid, “e dal fare politico del presidente Schifani che, dopo il vertice di maggioranza di ieri a palazzo d’Orleans, ha nuovamente ribadito che i contratti dei lavoratori Covid non saranno prorogati”.

A manifestare, come detto, anche i sindacati, che hanno chiesto la “proroga dei contratti, ricognizione immediata dei vuoti d’organico, concorsi in breve tempo col riconoscimento del lavoro svolto durante la pandemia”.

“L’ennesimo sgambetto e l’ennesima umiliazione ai danni di 1.800 lavoratori che dallo scorso 28 febbraio sono in stato di disoccupazione”, scrivono ancora i membri del Coordinamento, “e che vedono, pertanto, lesa la propria dignità dopo le false promesse – che saremo felici di pubblicare – fatte negli ultimi due anni sulla pelle dei lavoratori Covid dalla classe ‘politica’, in assenza di una chiara indicazione regionale, in assenza di qualsivoglia idea del reale funzionamento del Sistema sanitario regionale e, soprattutto, di un’idea di futuro di questa Regione. Gli stessi politici che, nonostante l’emendamento del Milleproroghe, oggi non riconoscono neppure il lavoro che loro stessi hanno portato avanti per far approvare una legge capace di prevedere la nostra stabilizzazione, in ottica di buon andamento della Pubblica Amministrazione e di non dispersione delle competenze acquisite. Evidentemente, in Sicilia, non hanno ben compreso cosa è accaduto in piena pandemia per la carenza di personale e cosa potrebbe accadere”.

“Noi non resteremo a guardare innanzi a questa ennesima presa in giro che inevitabilmente si ripercuote anche sul depotenziamento del servizio sanitario regionale”, assicurano i precari, che durante il sit-in di oggi pomeriggio hanno chiesto “il rinnovo dei contratti per tutti i lavoratori rimasti esclusi, l’interpretazione autentica del termine ‘personale amministrativo’ all’interno del decreto Milleproroghe e la corretta interpretazione, da parte di Asp Agrigento, Asp Ragusa e Asp Siracusa, del Ccnl con corretta collocazione degli educatori professionali nella categoria del “RuoloSanitario”.

Tra le richieste avanzate anche “l’utilizzo dei fondi messi a disposizione della sanità siciliana dal decreto Calabria per l’innalzamento del 10 per cento del tetto di spesa relativo al personale delle aziende sanitarie e, soprattutto, di intraprendere un percorso teso, da un lato, all’effettivo riconoscimento del periodo trascorso nelle Asp come lavoratori a tempo determinato e, dall’altro, teso ad avviare i processi di stabilizzazione del personale, come previsto dal Milleproroghe”.

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