Il dato è allarmante: “in Sicilia ci sono 39 preti pedofili“. Lo riporta un dossier, realizzato dall’Osservatorio Permanente della Rete L’Abuso e dall’associazione internazionale Eca Global (Ending ClergyAbuse).

Ed è un dato che fa dell’Isola la terza regione in Italia per numeri di sacerdoti alle spalle di Lombardia e Veneto che ne contano, invece, rispettivamente 69 e 40.

L’Osservatorio permanente della rete L’abuso e l’associazione internazionale Eca Global (Ending Clergy Abuse) hanno presentato il primo report dei sopravvissuti agli abusi sessuali del clero italiano. L’indagine ha censito in Italia 418 preti pedofili, divisi in 88 anonimi, 166 denunciati e 164 condannati.

“Il presente report è stato prodotto con i dati pervenuti all’associazione rete L’abuso ed è da considerarsi in difetto alla reale portata del fenomeno – si legge -; l’arco temporale di riferimento è di circa 13 anni; le segnalazioni contenute nel documento sono raccolte direttamente dalle denunce delle presunte vittime; i dati si riferiscono unicamente a sacerdoti e non comprendono l’indotto (catechisti, educatori, animatori e laici in generale); tutti i casi conteggiati sono riconducibili unicamente ad abusi sessuali a danno di minori”.

Inoltre, il report “non ha l’obiettivo di fornire dei numeri, ma insieme a questi fornire in assenza di dati governativi un quadro di consapevolezza più ampio, spiegando perché il problema endemico dei sacerdoti pedofili, in Italia sia particolarmente allarmante rispetto agli altri paesi, non solo nell’area dell’Unione Europea”.

Dal report emerge un quadro drammatico e una classifica per regioni che vede al primo posto la Lombardia con 69 casi, seguita dal Veneto con 40 e dalla Sicilia con 39. Il resto dell’elenco vede poi il Piemonte con 37 casi, la Campania con 34, il Lazio con 29, Puglia e Toscana con 25 ciascuna, Liguria con 23, Calabria con 21, Emilia Romagna con 19, Sardegna con 12, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Umbria con 8 ciascuna, Marche con 7, Abruzzo con 6, Molise con 4, Basilicata con 2. Due casi sono stati registrati anche nella Città del Vaticano.

Nel report viene fatta una distinzione fra i vari casi. Ci sono “quelli arrivati al terzo grado di giudizio, quindi con condanna definitiva”; “quelli denunciati o con procedimento in corso per il 1/o e il 2/o grado, compresi quei procedimenti archiviati per l’intervento dei termini prescrittivi, rimasti per forza indiscussi sotto il profilo penale, che come sappiamo non ne prescrive la potenziale pericolosità”; quelli “completamente anonimi in quanto prescritti e le presunte vittime hanno scelto di non procedere sotto il profilo pubblico, tuttavia come detto sopra, potenzialmente pericolosi”.

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