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Alla luce dell’inchiesta sul cosiddetto “Sistema Montante” che coinvolge come indagata, tra gli altri, anche Maria Grazia Brandara, il deputato regionale Claudio Fava, nonché presidente della Commissione antimafia all’ARS, con una interpellanza chiede al governo Musumeci “se non rilevi l’opportunità di procedere alla revoca della nomina della Brandara quale presidente della società Ias di Priolo”. Socio pubblico di maggioranza della Ias Spa, industria acqua Siracusa, è il consorzio Asi aretuseo che controlla il 65,5% del capitale sociale. Fava nell’interpellanza ricorda i rapporti tra Montante e Brandara.
Il presidente della Commissione antimafia all’Ars aggiunge: “Leggendo le motivazioni della sentenza sul caso Oikos, l’intero processo di autorizzazione della Regione dovrebbe essere rivisto. Il governo non può far finta di nulla”. Così il deputato regionale, Claudio Fava, che ha depositato una interpellanza con risposta scritta per sapere se il governo “non ritenga di dovere sospendere con effetto immediato il decreto col quale l’assessorato dell’Energia ha rilasciato l’autorizzazione” per dieci anni alla discarica per i rifiuti non pericolosi in contrada Valanghe d’inverno. In conferenza stampa a Palazzo dei Normanni, Fava ha sostenuto che le motivazioni della sentenza, emessa dal Tribunale di Palermo lo scorso 18 luglio, “mettono in discussione ab origine l’intero processo autorizzativo” per l’accertamento di “un solido percorso corruttivo che ha visto insieme il padrone della società Domenico Proto e il funzionario della Regione Gianfranco Cannova nell’oliare i meccanismi, aprire e spalancare porte e finestre affinché Oikos ottenesse tutti i semafori verdi”. La permanenza di Maria Grazia Brandara alla Presidenza della società IAS (Industria Acqua Siracusa) è un fatto politicamente inaccettabile, visto il suo pesante coinvolgimento nell’indagine sul ‘Sistema Montante’, l’inchiesta che la vede imputata di associazione a delinquere assieme all’ex presidente di Confindustria Sicilia ed il suo recente rinvio a giudizio a Barcellona Pozzo di Gotto per reati ambientali”.
 
“In questi anni è emerso in modo evidente che la Brandara è stata il braccio operativo di Montante in un settore delicatissimo come quello della depurazione delle acque” – continua Fava – “fatto ancora più inquietante proprio alla luce del recente rinvio a giudizio di Barcellona Pozzo di Gotto”.  “L’interesse di Montante in questo settore – ha ricordato il presidente della Commissione Antimafia – risulta acquisito nella sentenza di condanna emessa dal GIP di Caltanissetta  che dedica un ampio approfondimento alla vicenda con un titolo emblematico: ‘L’ingerenza di Montante nell’IAS Spa’”.  
Per Fava “il Governo regionale non può trincerarsi dietro tecnicismi giuridici: tre consiglieri d’amministrazione su cinque dell’IAS sono nominati dall’IRSAP, ente regionale. Occorre un’indicazione politica coerente e rigorosa: invece da oltre un anno e mezzo (l’indagine sulla Brandara risale al maggio 2018) il Governo regionale fa finta di non sapere, di non capire, di non poter intervenire.”

“Stiamo parlando di un impianto di discarica da 2,2 milioni di metri cubi che serve 100 comuni – ha detto Fava – A fronte della condanna di luglio, appena una mese dopo la Regione ha rinnovato senza aspettare le motivazioni della sentenza: per quale ragione? E come sia possibile che il governo della Regione taccia? Tra le pene accessorie c’è l’interdizione dei condannati, quindi l’amministrazione non può avere rapporti economici ma invece li ha poiché il governo ha autorizzato gli impianti per dieci anni”.

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