Alle prime luci delle mattinata di ieri, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Siracusa hanno tratto in arresto per violenza e minaccia a Pubblico Ufficiale, abbandono di minore, minacce e porto abusivo di oggetto atto ad offendere, un pregiudicato di Gela, Mario Vingiani, meccanico di 46 anni, residente a Priolo Gargallo.

Nello specifico, i militari dell’Arma, impegnati in un servizio di controllo delle aree più sensibili e periferiche del territorio, sono interventi in Priolo Gargallo, per rispondere alla richiesta d’aiuto di una donna siracusana, già compagna del Vingiani e più volte vittima dei comportamenti violenti dell’uomo, che non accettava di essere stato lasciato dalla donna.

Solo però nella giornata scorsa la donna è riuscita a trovare le forze per denunciare il fatto e rivolgersi ai Carabinieri, anche perché preoccupata per le condizioni in cui poteva essere tenuta la figlia, avuta con l’arrestato.

I militari dell’Arma, giunti immediatamente sul posto, sono riusciti a calmare e fermare il Vingiani, in evidente stato di ebrezza alcolica, che, invano, ha cercato di colpire i militari intervenuti al fine di dileguarsi. Una volta identificato e riportata la situazione all’ordine, anche per tranquillizzare l’ex compagna sulle condizioni della figlia, gli stessi militari hanno effettuato assieme al Vingiani un controllo nel suo alloggio, trovando la figlia minorenne in un ambiente scarsamente idoneo e poco salutare.

All’atto della perquisizione della vettura, invece, con la quale l’uomo si era recato presso l’abitazione della ex compagna, è stato rivenuto un bastone col quale avrebbe minacciato, come per altro fatto già in passato, la donna stessa.

L’arrestato, accompagnato presso i locali della Compagnia Carabinieri, per le incombenze di rito, in attesa di essere condotto presso la Casa Circondariale “Cavadonna” di Siracusa, come disposto dalla A.G., veniva temporaneamente trattenuto in camera di sicurezza per l’eccessiva agitazione ed irrequietudine, che continuava a manifestare minacciando i militari che erano intervenuti.

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