Ancora violenza in carcere. Questa volta a farne le spese è un poliziotto penitenziario, aggredito da un detenuto nel Reparto Media Sicurezza del Carcere di Cavadonna.

“Piena e incondizionata solidarietà al poliziotto penitenziario contuso e ferito” la rivolgono Donato Capece e Lillo Navarra, rispettivamente Segretario Generale Regionale e Nazionale per la Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

“La situazione nelle carceri della Sicilia, dove oggi sono detenute citrca 6.400 persone rispetto ai circa 6.000 posti letto è sempre tesa ed allarmante”, denunciano.

“I numeri riferiti agli eventi critici avvenuti nelle celle delle carceri siciliane nell’interno anno 2017 sono inquietanti: 620 atti di autolesionismo, 119 tentati suicidi, 664 colluttazioni e 75 ferimenti. Tre sono stati i suicidi di detenuti e tre le morti in carcere per cause naturali. Le evasioni sono state 8 da istituti penitenziari e 12 a seguito della concessione di permesso premio, semilibertà e lavoro all’esterno. E la cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria”.

Il SAPPE sottolinea che “proprio nel carcere di Siracusa si sono contati il più alto numero di atti di autolesionismo.

Per il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria “lasciare le celle aperte più di 8 ore al giorno senza far fare nulla ai detenuti – lavorare, studiare, essere impegnati in una qualsiasi attività – è controproducente perché lascia i detenuti nell’apatia: non riconoscerlo vuol dire essere demagoghi ed ipocriti”.

 

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