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Una coperta e un cuscino sui sedili e l’androne dell’ospedale Umberto I° di Siracusa diventa rifugio per una senzatetto.
La donna ha fatto di quei sedili la sua casa da diverse settimane: di giorno mette i sacchi con tutto quello che le appartiene sotto le sedute e lei va e viene. La gente passa incurante di tutto, senza far caso a quei sacchi e a quella donna, neanche quando la sera, la donna tira fuori la coperta, la poggia sui sedili e rimane in attesa della chiusura dei vari reparti ai visitatori per poter sistemare quello che diventerà il suo letto fino all’indomani mattina.
Una situazione indecorosa sia per la donna che per la struttura ospedaliera: per lei perché è giusto che abbia una sistemazione adeguata, per l’ospedale perché non è sicuramente un rifugio per clochard, soprattutto quando questo diventa una sistemazione stabile.
Possibile che nessuno, tra medici e infermieri, si sia accorto di questa situazione? Appare strano.
Una cosa è certa: all’Umberto I°, struttura già di per se difficilmente controllabile per i tanti punti di accesso, la vigilanza si trova solo all’ingresso del Pronto soccorso e il posto di Polizia è operativo solo di mattina e comunque con funzioni diverse da quelle di vigilanza dell’intera struttura ospedaliera.
Di sicuro questa non è una situazione che mina la sicurezza di quanti lavorano o frequentano per i più svariati motivi l’ospedale, ma, più in generale, bisognerebbe modificare qualcosa per essere certi che qualsiasi zona dell’ospedale sia davvero sicura per tutti, pazienti, visitatori, medici e infermieri.

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