Scadono lunedì, 25 ottobre, i termini per partecipare all’esame di ammissione all’unica Scuola di Archeologia siciliana che ha sede a Siracusa.
Mancano, quindi, pochi giorni alla scadenza per la consegna delle domande di ammissione alla Scuola di Specializzazione in Beni archeologici dell’Università di Catania per l’anno accademico 2022-23.
Il concorso dà accesso a una delle Scuole di Archeologia più antiche e prestigiose d’Italia, con sede attuale nel Palazzo Chiaramonte di Siracusa, in Ortigia, afferente al dipartimento di Scienze umanistiche
dell’Ateneo catanese e alla Struttura didattica speciale in Architettura e Patrimonio culturale.
I requisiti di ammissione sono riportati nel bando, pubblicato nella sezione ‘post-laurea’ del portale www.unict.it e nel sito internet della Ssba, www.scuolabeniarcheologici.unict.it, così come le modalità di presentazione della domanda, i criteri di selezione e l’elenco dei testi consigliati per l’esame di ammissione.
Già dallo scorso anno accademico la Ssba presenta un’organizzazione didattica rinnovata, declinata secondo la triade ‘conoscenza-innovazione-valorizzazione’, che ne enfatizza la ‘mission’ istituzionale. Per il nuovo anno accademico, l’organizzazione è stata ulteriormente rimodulata in quattro curricula: Archeologia classica (7 posti), Archeologia preistorica e protostorica (5), Archeologia tardo antica e medievale (3), Archeologia orientale (3).
Alla consueta attività didattica pensata per gli allievi ancora secondo un piano di studi tradizionale, si affianca – secondo quanto previsto dal “Piano di investimento formativo” della Scuola – un ricchissimo calendario di Public lectures, affidate ad illustri nomi dell’archeologia nazionale ed internazionale; e, poi, seminari e laboratori affidati a specialisti di vario indirizzo, su tematiche professionali dell’archeologo.
E ancora laboratori con tematiche di approfondimento sul rapporto tra archeologia e scienze esatte, sulla progettazione europea, archeologia preventiva, archeologia pubblica e partecipata, comunicazione e divulgazione, studio dell’ambiente e del paesaggio, archeo- faunistica e archeologia subacquea, valorizzazione della ricerca, viaggi di studio all’estero; e inoltre avviamento verso le attività di scavo e tirocinio (in estate sono già state attivate attività ad Agrigento, Ostia antica, Pompei, Licodia Eubea, Solunto, ecc.).

La Scuola mira anche a sviluppare la capacità di destreggiarsi nell’utilizzo delle nuove tecnologie dell’informazione e dei principali strumenti dell’innovazione digitale largamente adottati in ambito archeologico. In tal modo, laboratori dedicati all’uso dei software GIS e Web- GIS, alla gestione di database per la gestione delle evidenze archeologiche, o ancora, quelli dedicati alla comprensione del valore del capitale culturale e di quello socio-economico, all’acquisizione di soft skills nel campo dell’archeologia virtuale, della gamification e dello storytelling emozionale. 
La Scuola siracusana – l’unica presente in Sicilia – ha infine stipulato un recente accordo quadro con l’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, che consentirà di realizzare in maniera sistemica tirocini formativi e stage presso le Soprintendenze, i Parchi archeologici regionali e i Musei al fine di consolidare la formazione dei giovani archeologi ed attivare progetti di ricerca in un ambito di studio caratterizzato da alta competenza scientifica e da innovazione metodologica. Grazie al partenariato gli allievi potranno verificare sul campo le competenze acquisite sperimentando le metodologie di indagine applicate ai diversi contesti territoriali direttamente presso le strutture che hanno il compito di vigilare sui beni culturali e valorizzarli.

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