Covid, chiusi alle 18. "Così moriremo". In Sicilia scoppia la protesta: a  Catania, Siracusa, Palermo - Tempo Stretto - Ultime notizie da Messina e  Reggio Calabria

Centinaia con le mascherine ma soprattutto con la disperazione di chi, dopo i mesi del lockdown ha investito in misure di sicurezza, plexiglass, sanificazione somme che non si è visto rimborsare e adesso si sente dire: “Chiudi alle 18”. In circa 300 hanno sfilato per le vie di Siracusa, per protestare contro i provvedimenti del Presidente della Regione, che ha imposto il coprifuoco dalle 23, e del Governo nazionale, per il decreto restrittivo anti covid, firmato la scorsa notte dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. La manifestazione, svoltasi in forma pacifica, è partita alle 22 da corso Gelone, per poi giungere in Ortigia, proprio sotto la sede di Palazzo Vermexio, sede del Comune in piazza Duomo. Tra i manifestanti, operatori commerciali, in particolare ristoratori, titolari di bar e pizzeria, gestori di palestre, le categorie produttive maggiormente penalizzate da quel che qualcuno già chiama “lockdown mascherato”. Sul posto sono intervenuti la polizia ed i militari della Guardia di finanza che hanno tentato di fare desistere i manifestanti. Le forze dell’ordine hanno controllato che non vi fossero problemi di ordine pubblico. “Così moriremo! “, gridavano i manifestanti. Non ci sono stati, però, scontri, né momenti di particolari tensioni. In giornata, era stato lo stesso Nello Musumeci, presidente della Regione ad intervenire, criticando la scelta del Governo Conte. “Il governo nazionale si è assunto la responsabilità di fare pesare le chiusure sul settore della ristorazione, della cultura e dello sport. Le Regioni italiane, con un documento unanime, avevano chiesto di fare altro e di muoversi in direzione di scelte ragionate e sostenibili sotto il profilo dell’equilibrio tra diritto alla salute e diritto ad una vita quanto più ordinaria possibile, in un periodo del tutto straordinario”. Le attività dei servizi di ristorazione – recita il dpcm –bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie – «sono consentite dalle 5 del mattino fino alle 18 del pomeriggio. Il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi». Dopo le 18 «è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico». Resta consentita «senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, che siano ivi alloggiati».

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