MORTE DI LICIA GIOIA: ASSOLTO IL MARITO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE

Sentenza di assoluzione dall’accusa di omicidio volontario per Francesco Ferrari, il poliziotto indagato per la morte della moglie la sottufficiale dei Carabinieri, Licia Gioia, trovata senza vita la notte del 28 febbraio del 2017 nella villetta di contrada Isola, dove la donna viveva insieme al marito, Francesco Ferrari. Con il verdetto “il fatto non sussiste” si conclude il processo di primo grado con rito abbreviato al tribunale di Siracusa.
Ieri mattina l’udienza conclusiva: il primo a prendere la parola è stato il Pm, Gaetano Bono, che al termine del suo intervento ha chiesto l’assoluzione per Ferrari. Poi è toccato alle parti civili ed infine alla difesa di Ferrari, rappresentato dall’avvocato Stefano Rametta. Poi il giudice Salvatore Palmeri si è ritirato in camera di consiglio. Francesco Ferrari è stato indagato per omicidio volontario: un avviso conclusione indagini in questa direzione gli è stato notificato a novembre del 2018 anche se inizialmente gli inquirenti avevano ipotizzato l’istigazione al suicidio e poi l’omicidio colposo.
Ferrari ha sempre dichiarato che sarebbe stata la moglie, in preda ad una crisi nervosa, a togliersi la vita con la sua pistola di ordinanza e di essere intervenuto solo per cercare di disarmarla. A sostegno di questa tesi i periti del Gup, l’esperto di balistica Felice Nunziata e il medico legale Cataldo Raffino.
I familiari di Licia Gioia, rappresentati dall’avvocato, Aldo Ganci, invece, hanno sempre sostenuto che la sottufficiale sia stata uccisa dal marito al culmine di una lite accesa.

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