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E’ stato chiesto, dal Pubblico ministero, il rinvio a giudizio per i medici coinvolti nel processo della morte della siracusana, Nadia Pulvirenti, la terapista 25enne, uccisa a coltellate alla Cascina Clarabella di Iseo da un paziente psichiatrico, Abderrahim El Mouckhtari, 56enne del Marocco.
L’accusa è di concorso colposo nell’omicidio per non avere messo in atto tutte le misure di sicurezza. Secondo quanto riportato dal “Il Giorno”, ne rispondono anche il direttore del Dipartimento di Salute mentale di Iseo Andrea Materzanini, (responsabile del programma di ospitalità leggera alla Cascina Clarabella), il responsabile del centro psicosociale Claudio Vavassori (presidente del cda di Diogene, datore di lavoro della vittima) con la collaboratrice Laura Fogliata, Giorgio Callea, direttore della residenzialità leggera, la psichiatra Annalisa Guerrini.
Su questo il giudice deciderà il prossimo 27 febbraio. Nadia Pulvirenti, siracusana di 25 anni fu accoltellata, nel gennaio del 2017, da un paziente psichico che soggiornava nella Cascina Clarabella di Iseo. L’uomo, un immigrato marocchino di 54 anni, l’ha aggredì con dieci coltellate, forse dopo un diverbio. Nadia lavorava come “tecnico della riabilitazione psichiatrica”: in altre parole aiutava i pazienti della struttura nel loro difficile percorso di vita autonoma (dai conti alla spesa). Nadia era stata assunta dalla Cooperativa Diogene dopo la laurea e una breve esperienza a Trento.

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