Il gup del tribunale di Siracusa ha disposto il non luogo a procedere nei confronti di Marco Faranda, 50 anni, sindacalista, che era stato arrestato dalla polizia il 10 novembre 2018 con l’accusa di estorsione.

“Dopo tre anni e otto mesi di sofferenza è giunta all’epilogo la vicenda giudiziaria che mi ha riguardato. Ho sempre operato per il bene dei lavoratori che a me si sono affidati e che tuttora si affidano”. Questo il primo commento di Faranda, dopo la sentenza del Gup del Tribunale di Siracusa, la dottoressa Tiziana Carrubba, che ha disposto nei suoi confronti il non luogo a procedere.

“Ciò che ho fatto – ha aggiunto il sindacalista – è stato solo difendere, nella qualità di segretario responsabile sindacale, i diritti negati ad alcuni lavoratori. Oggi, grazie alla mia famiglia, ai miei avvocati Sebastiano Ricupero e Francesco Chiappa, e a tutti coloro che mi hanno sostenuto, sono tornato nello scenario sindacale più forte e più motivato di prima, con la consapevolezza che la verità e la giustizia trionfano sempre”.

Il 50enne sindacalista, che ricopriva il ruolo di segretario della Uilm Uil a Siracusa, era stato arrestato dalla polizia il 10 novembre del 2018 con l’accusa di estorsione. Tre giorni di carcere, poi tre mesi di arresti domiciliari.

Insieme a Faranda era stato arrestato con la stessa accusa Roberto Getulio, a quel tempo segretario della Fim Cisl. Anche per Getulio il Gup ha disposto non doversi procedere.

“È finito un incubo che per quattro anni ha assillato me e la mia famiglia”. Con queste parole Roberto Getulio, segretario della Cisal metalmeccanici di Siracusa, commenta la sentenza di non luogo a procedere emessa dal Gup del tribunale, Tiziana Carrubba, nei suoi confronti e di quelli del collega Marco
Faranda.

“Come accertato dalla Procura – dice Getulio – sono stato accusato ingiustamente di avere preteso denaro da un imprenditore. Oggi, con mia grande soddisfazione, la stessa Procura ha accertato, con un lavoro certosino, di cui non ho mai dubitato, che quelle gravissime, anzi infamanti, accuse non
esistevano. La Procura si è convinta che non si trattasse di estorsione, ipotizzando, invece, l’esercizio arbitrario delle proprie ragioni. In questa circostanza, così come in tutte le altre, ho sempre operato con correttezza e tenendo in considerazione esclusiva i lavoratori, i padri di famiglia che si affidano al sindacato ben sapendo che i loro diritti sono tutelati a qualsiasi livello”.
“Ringrazio la mia famiglia – ha concluso Getulio – che ha sempre creduto nella mia onestà intellettuale; ringrazio i legali, avvocati Italo Basso e Glauco Reale, che mi hanno assistito, e l’opera della magistratura che è stata scrupolosa, facendo giustizia”.

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