Buona Scuola, l'Unione degli Studenti insorge: «Discusse 8 deleghe su 9. E'  un colpo di mano» - Orticalab.it

Riceviamo e pubblichiamo integralmente comunicato UDS Siracusa:

“Un nuovo anno scolastico è iniziato, dopo un lungo periodo di lockdown, nonostante le mille incertezze.
Direttive confuse e soprattutto scuole che nella maggior parte dei casi sono inadeguate ad ospitare, con queste misure di sicurezza, un numero di alunni così alto.

In Sicilia sono 400mila i banchi e 350 le aule mancanti e, al momento, per fronteggiare al problema gli studenti sono obbligati: a tenere le mascherine durante l’intera giornata scolastica, non potendo garantire il distanziamento; essere divisi dai propri compagni di classe creando così doppi turni o addirittura seguendo due tipi di didattica differenti (in presenza e a distanza).

Da anni oramai l’edilizia scolastica è in condizioni precarie, aule troppo piccole e insufficienti sono problemi rimasti invariati, così come gli edifici pericolanti e fatiscenti. I lavori di edilizia eseguiti non sono sufficienti a garantire un rientro in sicurezza, basti parlare delle classi pollaio.
I trasporti, con autobus pieni fino all’80%, non garantiscono a tutti e a tutte di poter raggiungere le scuole in maniera autonoma, non solo per la carenza di spazio ma anche per gli elevati costi che questi servizi comportano, non essendo infatti alla portata di tutti e tutte. Poter raggiungere le scuole in modo gratuito e sicuro è un diritto di tutti gli studenti e le studentesse.
Solo il 20-30% della platea di circa 20 mila persone, tra docenti e personale tecnico amministrativo, si è sottoposto ai test sierologici, risultando in 150 positivi. Le cattedre assegnate inoltre sono meno di duemila su 3.200.

Il periodo di quarantena era un’opportunità per riflettere sui numerosi tagli che l’istruzione pubblica ha subito e di come sia necessaria una riforma che riporti la scuola in primo piano. Reimmaginare la didattica e creare un nuovo modello di istruzione in collaborazione tra studenti e istituzione, deve essere un punto di partenza verso una scuola del futuro sicura, formativa e veramente accessibile a tutti.

Il 25 scenderemo in piazza perché investire sulla scuola è una necessità, non possono essere accettati i provvedimenti tappabuchi. Bisogna reimmaginare gli istituti e tornare a dare PRIORITÀ ALLA SCUOLA!” 

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