Un momento della seduta inaugurale dell'Assemblea Regionale Siciliana, Palermo, 5 dicembre 2012. ANSA / FRANCO LANNINO

Dichiarazione congiunta degli assessori alle Politiche sociali e al Bilancio, Giovanni Sallicano e Salvatore Piccione, sui tagli in materia di assistenza sociale nella legge di stabilità regionale.

«Comunichiamo con preoccupazione che l’Assemblea regionale siciliana, con l’art.21 della L.r. n. 8 dell’8/05/2018, pubblicata il successivo 11.05, ha abrogato – senza alcun avviso né programmazione né collegamento in termini di disciplina transitoria – il sistema previgente dei finanziamenti agli enti locali, già di per sé largamente insufficienti.
«Sono state eliminate, cioè, tutte le somme relative ad assegnazioni e trasferimenti già concessi in favore dei Comuni, che allo stato subiscono – soprattutto nel settore degli interventi sociali – un danno gravissimo e pressoché irreparabile.
«La giunta regionale ed il suo presidente Musumeci si sono contraddistinti, così, per la mancanza di opportuno raccordo con gli enti locali, per la loro insensibilità e per la frettolosità con cui hanno disposto l’impoverimento della parte più debole delle società; frettolosità che appare chiara anche dai marchiani errori riguardanti l’uso dei vocaboli (sottosconto invece di sottoconto) e il riferimento alle defunte Province.
«Le somme ora non più nella disponibilità dei Comuni potranno essere recuperate con una istanza documentata da presentarsi, udite udite, entro il 30 novembre 2021, senza che il legislatore regionale si sia preoccupato di fissare alcun termine per il riscontro, nemmeno in relazione a somme già assegnate e trasferite con vincolo di destinazione specifica.
«Nel frattempo, i servizi avviati, i soggetti assistiti, le convenzioni e i contratti già stipulati, che fine faranno? Che ne sarà? Allo stato non ci sono più fondi!
«Tutti i programmi e tutte le speranze dovranno per ora essere irrimediabilmente ridimensionati e l’area dell’esclusione sociale diventerà ancora più preoccupante.
«Invitiamo tutte le organizzazioni della società civile, del volontariato, i sindacati e le forze politiche sensibili al problema, nonché l’ANCI, per il necessario coordinamento, di intervenire al fine di ristabilire urgentemente la certezza del diritto, la dignità e la credibilità delle istituzioni, soprattutto locali, tenendo responsabilmente presente il difficile momento attuale e la realtà in cui si opera, spesso disconosciuta in favore di promesse elettorali irrealizzabili».

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