Un sit-in, ieri mattina davanti al tribunale di Siracusa per mettere in risalto un caso di ‘malagiustizia’. Riguarda la morte di un 41enne, Vincenzo Cancemi, avvenuta  il 28 aprile scorso a Pachino. I familiari dell’uomo, il cui corpo fu rinvenuto lo scorso aprile senza vita e che, secondo quanto stabilito dopo l’intervento delle forze dell’ordine, si sarebbe suicidato, chiedono da sempre che la magistratura disponga l’autopsia sul cadavere di Vincenzo Cancemi, che  secondo loro non ha affatto deciso di togliersi la vita.

Chiedono verità, non credono a quella ricostruita dagli inquirenti, in cui vedono troppi punti interrogativi senza risposta e troppe incongruenze su cui nessuno avrebbe tentato di fare davvero chiarezza.

La decisione di manifestare davanti al Palazzo di Giustizia è stata presa dalle sorelle della vittima, Francesca e Giusy, che hanno chiesto la riapertura del ‘caso’ dopo la richiesta del pm di archiviare il decesso di Vincenzo. Secondo i parenti del ragazzo che hanno preso parte al sit-in, il loro parente sarebbe stato ucciso.

“Vincenzo – racconta la mamma, Fortunata Di Maria – non si sarebbe mai tolto la vita“. Il cugino va oltre e dice “che qualcuno avrebbe simulato il suicidio“.

Ieri mattina, al sit-in, era presente un folto gruppo di persone, anche in rappresentanza della comunità pachinese, che dopo la triste vicenda è rimasta particolarmente scossa. Sulle loro magliette, il volto sorridente di Vincenzo. Striscioni per rivendicare il diritto a conoscere la verità, che a loro non sembra quella raccontata.

Le foto di Vincenzo, anche subito dopo l’atroce fine, secondo loro, “sono piene di evidenti incongruenze rispetto alla ricostruzione effettuata, troppo frettolosamente“.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com