La difesa dei lavoratori della zona industriale siracusana al centro dell’azione del sindaco di Priolo Gargallo, on. dott. Pippo Gianni. Il primo cittadino ha invitato presso il Palazzo Municipale i rappresentanti delle organizzazioni sindacali provinciali e regionali, per discutere dei problemi della zona industriale. Presenti Carmelo Rapisarda, componente della segreteria provinciale della CGIL di Siracusa, Vera Carasi, segretario generale della Ust Cisl Ragusa-Siracusa, Alessandro Tripoli, segretario generale della Femca CISL Ragusa-Siracusa, Salvo Morabito e Ninetta Siragusa, componenti della segreteria regionale UIL Sicilia, Silvio Bausano di UIL Trasporti Siracusa-Ragusa. Insieme al sindaco Gianni anche il capogruppo di SiAmo Priolo, Luca Campione. I rappresentanti sindacali si sono detti “contenti di partecipare a questo incontro, convocato dal sindaco Gianni, profondo conoscitore del territorio, portavoce autorevole e interprete della politica locale”. “Continua – ha detto Pippo Gianni – la nostra azione a difesa dei lavoratori e della zona industriale tutta. Da quando sono sindaco, non solo negli ultimi mesi, mi sono mosso soprattutto riservatamente e qualche volta pubblicamente per trovare soluzioni ai problemi della zona industriale. Abbiamo ripreso oggi con i sindacati un ragionamento che parte da lontano, perché la crisi industriale è già in atto da diversi anni. Ai già noti problemi si è aggiunta la pandemia e adesso anche la guerra, che completa le difficoltà in cui ci troviamo. La scorsa settimana sono stato a Roma per incontrare, insieme ad altri, Bruno Tabacci, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, l’unico sottosegretario politico del governo Draghi, che avevo già ricevuto a Priolo alla fine dello scorso anno. Ieri – ha continuato Pippo Gianni – mi sono recato appositamente a Catania per incontrarlo nuovamente e continuare il dialogo intrapreso. Tabacci ha garantito che si farà carico di parlare con Draghi per attenzionare le problematiche della provincia di Siracusa e della zona industriale. E’ necessario prevedere un tavolo al Ministero che convochi il territorio per discutere di questi temi. Continuo a ripetere che lo Stato da questa provincia ogni anno ha un prelievo fiscale di 14/15 miliardi di euro. Non è un problema di allarmismo, ma un problema che riguarda l’impostazione generale di questa zona industriale e riguarda anche la Lukoil per la guerra in corso; vogliamo capire qual è l’intenzione del Governo nazionale rispetto alla Sicilia e a questa provincia. Non sappiamo – ha concluso il sindaco Gianni – se a fine dicembre o a gennaio ci sarà l’embargo del petrolio russo; io spero di no, come spero che finisca anche la guerra, ma nel frattempo mi preoccupo di capire cosa fare se dovesse proseguire questo conflitto, in caso di embargo e se dovesse esserci un management russo pronto ad indirizzare la gestione della raffineria in un determinato modo. L’unico obiettivo è garantire il futuro della raffineria e la continuità occupazionale di tutti i lavoratori della zona industriale”. ​“L’amministrazione Gianni e il Consiglio comunale – ha sottolineato Luca Campione – sono da tempo impegnati su questi temi. Voglio ricordare che appena insediati ci siamo barricati all’interno dell’aula consiliare per tutta la notte, per chiedere l’avvio delle bonifiche e la dismissione degli impianti fermi e abbandonati come cattedrali nel deserto. All’interno della Nord, tanti impianti Eni sono fermi e vi sono spazi che potrebbero essere utilizzati per realizzare impianti eco compatibili. Come voi, mi chiedo cosa abbia intenzione di fare il Governo nazionale visto che i fondi del PNRR per le nuove tecnologie si perdono per strada; siamo sempre l’estremo sud abbandonato. Non dimentichiamo che tra Priolo e Augusta forniamo il 40% del carburante di tutta Italia, oltre al gettito fiscale che paghiamo ogni anno. Per quanto riguarda il problema Lukoil, abbiamo paura in quanto le banche stanno mettendo in atto una forma di speculazione e i lavoratori diretti e dell’indotto cominciano a preoccuparsi. Tante aziende sono scomparse dal nostro sito industriale e sappiamo tutti che la percentuale di disoccupati degli ultimi 15 anni è da rabbrividire. Sono felice – ha concluso Luca Campione – che le parti sociali abbiano accolto il nostro invito e siano qui oggi; la politica di Priolo c’è, il sindaco si muove da diverso tempo e abbiamo fatto interventi forti. Dobbiamo capire cosa fare perché la nostra zona industriale ha pagato un alto tasso negli ultimi anni in termini di inquinamento, di morti, e oltre a questo c’è anche la disoccupazione. Abbiamo tutte le carte in regola per diventare un polo di attrattiva per impianti con nuova tecnologia. Da amministratore rappresento i miei concittadini che sono preoccupati per il futuro del nostro sito”. “Grazie al sindaco Gianni per la vicinanza ai lavoratori – ha affermato Vera Carasi, segretario generale della Ust Cisl Ragusa-Siracusa – e per questo incontro. E’ un ottimo politico perché conosce il nostro territorio e ne è un grande interprete. Grazie al suo impegno avremo soluzioni e interlocuzioni più efficienti. Quello di oggi è stato un incontro fruttuoso e proficuo in quanto abbiamo sviscerato i problemi della zona industriale, che risalgono purtroppo all’ultimo decennio. Da tempo si registra una perdita occupazionale importante, che ha visto il sindacato e le Istituzioni impegnate per la dichiarazione di Area di Crisi Industriale Complessa, affinché si aiuti il polo industriale nella transizione energetica. Una transizione in cui il sindacato ha forte preoccupazione in termini occupazionali in quanto gli organici, nel rinnovo delle aziende nella decarbonizzazione, potrebbero essere sfoltiti. Abbiamo necessità che si sostenga il reddito dei lavoratori anche in questa transizione. Il problema della guerra preoccupa; il 1° gennaio 2023 è un’ombra che aleggia, con le sanzioni all’embargo russo che interesserebbe la Lukoil di Priolo e che in una ipotesi malaugurata trascinerebbe dietro di sé tutto l’intero polo industriale. Fermo restando che la guerra è un fatto imprevedibile e legato a un periodo ben circoscritto, in quanto le guerre iniziano e finiscono, quello che rimane è la crisi nella zona industriale legata alla transizione energetica. Necessita che tutti insieme ci si attrezzi, perché abbiamo la dichiarazione di area di crisi complessa che langue al MISE e il Governo dovrebbe dare risposte al territorio affinché si proceda; il 2030 è vicino, quindi il traguardo ci vede impegnati con un obiettivo a breve termine”. Il Portavoce

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