Fin dalle primissime ore dell’alba, personale della Polizia di Stato ha dato esecuzione all’Ordinanza di Custodia Cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Siracusa, nei confronti di 11 soggetti,  tutti di Augusta, ritenuti responsabili, di associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo dell’attività di gioco e scommesse on-line attraverso siti illegali, esercizio abusivo dell’attività di credito ed usura.

Nello specifico, le indagini esperite dagli investigatori della Squadra Mobile di Siracusa e del Commissariato di P.S. Augusta, coordinate dal Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica di Siracusa, Dott. Fabio Scavone e dai Sostituti Procuratori, Dott.sse Donata COSTA  e Francesca EVA, hanno consentito di disarticolare una vera e propria associazione per delinquere il cui “core business”  si sostanziava nell’esercitare abusivamente l’attività di gioco e scommesse in quanto, privi di concessione autorizzatoria o licenza ai sensi dell’art. 88 tulps. Con riferimento al ruolo dei promotori, nonché capi dell’organizzazione, questi ultimi, fungendo quale raccordo tra i due distinti gruppi di gestione dei siti illegali di scommesse ed avvalendosi del rapporto con i gestori, nazionali ed esteri, riuscivano ad ottenere dagli stessi il credito necessario per l’esercizio del gioco senza anticipare denaro, così fidelizzando i giocatori e assumendo credito, anche usurario, nei loro confronti. Il tutto, con l’aggravante dalla transnazionalità avendo l’associazione per delinquere in commento propaggini anche all’estero, in particolare a Malta.

A ciò si aggiunga che le casse dell’organizzazione criminale si arricchivano anche grazie all’esercizio abusivo dell’attività bancaria poiché i sodali esercitavano nei confronti del pubblico le attività riservate previste dall’art.106 primo comma del TUB ( Testo Unico Bancario). In sostanza, gli associati, sostituendosi alle Banche, fornivano attività di credito garantendo anche servizi di ricarica on-line di conti gioco dei clienti, conti utilizzati per l’esercizio di scommesse sui siti illegali in quanto non rientranti nel circuito dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Nel contesto appena descritto si inseriscono episodi delittuosi che assumono un carattere particolarmente “odioso” se si considera la condizione delle vittime. Il riferimento va ai diversi episodi di usura perpetrati da alcuni dei destinatari dei provvedimenti restrittivi, nei confronti di numerosi soggetti affetti da ludopatia. Prestiti di danaro contante a fronte della corresponsione e/o della promessa di interessi usurari da capogiro. Gli aguzzini, talvolta, esigevano dalle vittime, quale garanzia sulla restituzione del danaro,  le chiavi delle vetture dei poveri malcapitati che, pur di vedere soddisfatta la loro richiesta di danaro, cedevano alla pretesa.

     Nonostante il giro di affari di centinaia di migliaia di euro, alcuni dei partecipi all’associazione, non ancora soddisfatti, si erano poi industriati per “guadagnare a costo zero”. Mediante dichiarazioni mendaci, senza i requisiti prescritti, percepivano il reddito di cittadinanza producendo, inoltre, un contratto d’affitto fittizio al fine di aumentare l’importo del sussidio percepito.

     Il quadro probatorio ricostruito è emerso all’esito di due anni di attività investigativa che ha avuto origine nel dicembre 2019, allorquando personale del Commissariato di Augusta fu informato da una coppia di anziani coniugi che loro figlio aveva contratto importanti debiti gioco che i poveri genitori dovevano finanziare al fine di sottrarre il figlio dagli aguzzini.

     Sono, pertanto, state immediatamente avviate le attività investigative del caso volte a quantificare l’ingente somma dovuta dalla vittima.

Furono proprio gli accertamenti patrimoniali esperiti a dare lo spunto per le ulteriori investigazioni, sia tradizionali, sia supportate da attività tecniche, grazie alle quali è stato possibile accertare, e conseguentemente bloccare, l’attività di raccolta di scommesse sportive effettuate su siti illegali variamente denominati, per porre in essere una serie indeterminata di reati scopo quali l’esercizio abusivo di giochi e scommesse e l’esercizio abusivo del credito.

     In sostanza, venivano individuati diversi siti, principalmente utilizzati dagli organizzatori, tutti riconducibili agli stessi gestori che cambiavano indirizzo a seconda delle necessità e,  di volta in volta, i sodali fornivano nuovi indirizzi e nuove credenziali di accesso per impedire l’individuazione degli stessi.

     Sebbene alcuni degli indagati avessero regolare licenza di P.S. per l’esercizio di giochi e scommesse in agenzie nazionali ufficialmente riconosciute, gli stessi spingevano i loro clienti ad effettuare le giocate e le scommesse sui siti illeciti, traendone così un rilevante vantaggio economico dato dalla totale assenza di tassazione sui guadagni da parte dello Stato.

     L’attività di raccolta delle scommesse consisteva nel mantenere il proprio “pacchetto clienti”, inducendo gli stessi a giocare sui siti esteri così da eludere la tassazione nazionale. Detti “pacchetti clienti” spesso erano costituiti da pochi giocatori che, però, spendevano frequentemente ingentissime quantità di denaro sperando in una “vincita fortunata”. Le perdite registrate in alcuni casi hanno superato i 100.000 euro per il singolo giocatore.

   In questo contesto di difficoltà economica, l’associazione approfittava dello stato di bisogno per elargire prestiti i giocatori che, pertanto, nella maggior parte dei casi non versavano il denaro delle scommesse ma accumulavano debiti sempre maggiori fin tanto che, nell’impossibilità di pagare, si vedevano costretti a rivolgersi agli usurai che ne approfittavano richiedendo interessi a tassi anche del 300%.

     In alcuni casi, gli usurai erano gli stessi sodali che tra loro si vantavano di “guadagnarci due volte con la stessa persona”, ed in altri casi si prestavano ad elargire denaro a fronte di elevati tassi, assumendo la veste di “benefattori” poiché aiutavano i giocatori in difficoltà.

     In ultimo, si è accertato che il promotore dell’associazione, nonché il soggetto principale dell’attività di gestione dei siti, nonostante l’elevatissima disponibilità di denaro, fosse anche percettore del reddito di cittadinanza e, di ciò, ne andava fiero elargendo consigli agli amici su come fare a percepirlo indebitamente. Nel tempo, nonostante un tenore di vita elevatissimo con viaggi  e vacanze estive di lusso, al variare delle proprie condizioni familiari, il soggetto ha effettuato una serie di dichiarazioni mendaci per aumentare l’importo mensile del sussidio ricevuto dallo Stato arrivando a percepire la soglia massima di reddito di cittadinanza grazie a contratti e dichiarazioni false, sottraendo di fatto risorse economiche a chi realmente ne aveva necessità.

Pertanto, ricostruito il solido quadro probatorio, la locale Procura della Repubblica ha avanzato richiesta di misura cautelare a seguito della quale il G.I.P. ha emesso Ordinanza di custodia Cautelare con la quale ha disposto l’applicazione di quattro misure cautelari in carcere e sette misure cautelari degli arresti domiciliari.

Alle operazioni, iniziate fin dalle primissime ore della mattinata odierna, hanno partecipato circa 50 poliziotti della Questura di Siracusa che hanno rintracciato tutti i soggetti destinatari dei provvedimenti restrittivi e contestualmente eseguito attività di perquisizione nei confronti degli stessi.

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