“Quando nella serata di ieri abbiamo avuto modo di leggere l’ordinanza del Presidente Musumeci che istituiva in 8 comuni del siracusano e a Catenanuova la zona arancione, confermando al contempo Niscemi e Barrafranca, stentavamo a credere ai nostri occhi; a quanto pare le esperienze precedenti che nel corso di questa pandemia hanno già messo in ginocchio le attività economiche non sono servite a nulla”. Lo dichiarano Stefano Gentile, presidente di CNA Ristorazione Siracusa e Gianpaolo Miceli, vicesegretario di CNA Siracusa.

“Fermo restando l’obiettivo di incentivare e promuovere la vaccinazione contro il covid in tutta la popolazione, verso il quale anche CNA è impegnata a tutto campo attraverso iniziative destinate agli associati – proseguono i due – è evidente che l’emissione di un’ordinanza così restrittiva senza alcun preavviso e soprattutto senza il necessario confronto con gli imprenditori riporta le lancette della lotta al covid indietro di mesi, come se nel frattempo non si fossero già svolti numerosi incontri con l’approvazione di protocolli di sicurezza specifici per le diverse categorie produttive ma soprattutto del green pass”.

“La pessima abitudine di scrivere ordinanze che poi necessitano di ulteriori chiarimenti ha contribuito poi a creare un clima di incertezza diffuso – proseguono Gentile e Miceli – con il timore da parte degli imprenditori da un lato di venire multati per un provvedimento adottato soltanto 48 ore prima a sorpresa e dall’altro di dover annullare prenotazioni e restituire anticipi e caparre per eventi già programmati, impegni presi proprio grazie all’adozione del green pass”.

“Non si spiega infine perché a subire le conseguenze più nefaste di questa ordinanza debbano proprio essere i matrimoni, i banchetti e gli eventi in generale, ossia quelle manifestazioni che garantiscono i controlli più serrati – concludono Stefano Gentile e Gianpaolo Miceli – visto che un cittadino munito di green pass si ritroverebbe nella paradossale situazione di poter andare in giro liberamente, ignorando i confini del comune in zona arancione e il coprifuoco, ma non potrebbe partecipare a un matrimonio; è dunque evidente che la deroga prevista già per la ristorazione ordinaria deve essere estesa anche al banqueting, abolendo definitivamente e con coerenza il coprifuoco per tutti i soggetti coperti dal green pass”.

Quando nella serata di ieri abbiamo avuto modo di leggere l’ordinanza del Presidente Musumeci che istituiva in 8 comuni del siracusano e a Catenanuova la zona arancione, confermando al contempo Niscemi e Barrafranca, stentavamo a credere ai nostri occhi; a quanto pare le esperienze precedenti che nel corso di questa pandemia hanno già messo in ginocchio le attività economiche non sono servite a nulla”.

Lo dichiarano Stefano Gentile, presidente di CNA Ristorazione Siracusa e Gianpaolo Miceli, vicesegretario di CNA Siracusa.

“Fermo restando l’obiettivo di incentivare e promuovere la vaccinazione contro il covid in tutta la popolazione, verso il quale anche CNA è impegnata a tutto campo attraverso iniziative destinate agli associati – proseguono i due – è evidente che l’emissione di un’ordinanza così restrittiva senza alcun preavviso e soprattutto senza il necessario confronto con gli imprenditori riporta le lancette della lotta al covid indietro di mesi, come se nel frattempo non si fossero già svolti numerosi incontri con l’approvazione di protocolli di sicurezza specifici per le diverse categorie produttive ma soprattutto del green pass”.

“La pessima abitudine di scrivere ordinanze che poi necessitano di ulteriori chiarimenti ha contribuito poi a creare un clima di incertezza diffuso – proseguono Gentile e Miceli – con il timore da parte degli imprenditori da un lato di venire multati per un provvedimento adottato soltanto 48 ore prima a sorpresa e dall’altro di dover annullare prenotazioni e restituire anticipi e caparre per eventi già programmati, impegni presi proprio grazie all’adozione del green pass”.

“Non si spiega infine perché a subire le conseguenze più nefaste di questa ordinanza debbano proprio essere i matrimoni, i banchetti e gli eventi in generale, ossia quelle manifestazioni che garantiscono i controlli più serrati – concludono Stefano Gentile e Gianpaolo Miceli – visto che un cittadino munito di green pass si ritroverebbe nella paradossale situazione di poter andare in giro liberamente, ignorando i confini del comune in zona arancione e il coprifuoco, ma non potrebbe partecipare a un matrimonio; è dunque evidente che la deroga prevista già per la ristorazione ordinaria deve essere estesa anche al banqueting, abolendo definitivamente e con coerenza il coprifuoco per tutti i soggetti coperti dal green pass”.

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