Erano più di mille, ieri mattina, i partecipanti alla manifestazione “In cammino per la pace” ad Augusta, per dire No alla guerra in Ucraina e a tutte le guerre. Tra i partecipanti tutte le scolaresche della città, associazioni e parrocchie.  Dopo il raduno in piazza Risorgimento si è formato un corteo con i testa i più piccoli seguiti dal sindaco megarese, Giuseppe Di Mare, i componenti della Giunta e consiglieri comunali, di seguito le scuole superiori e i cittadini. Gli augustani “In cammino per la pace hanno esibito striscioni e cartoncini con su scritte parole di amore, amicizia e fratellanza.

Un ringraziamento prima della partenza è stato rivolto a tutti dal primo cittadino.

“Un ringraziamento che – ha detto Di Mare- condividiamo con tutto il mondo, con tutti gli uomini e con tutte le donne che in questi giorni stanno pregando, pensando e sperando per la pace. Un ringraziamento che va ai dirigenti scolastici, ai rappresentanti di istituto, ai ragazzi, alle associazioni alle parrocchie a tutte le persone presenti perché in pochissimo tempo abbiamo messo in campo questo cammino per la pace in Ucraina e contro tutte le guerre. Siamo venuti qui oggi da posti diversi. Ci sono gli studenti, i lavoratori, i rappresentanti delle istituzioni, le mamme, i padri, tutti con un unico scopo: quello di dire No alla guerra, di parlare e far sentire la nostra voce e unirci anche noi per la pace e vicini al popolo ucraino. Noi siamo qui oggi perché la pace “è l’unica vittoria che dà senso al nostra vivere” ha detto il sindaco citando le parole di un celebre brano musicale.

“Oggi il nostro primo pensiero – ha continuato il primo cittadino – è destinato alle famiglie coinvolte nella crisi in Ucraina predicando la pace, sperando che tutto questo finisca in questo Paese e nel Mondo”. Sono intervenuti, poi, Raimondo Di Franco per gli studenti dell’Arangio Ruiz e Gaetano Santoro ed Alessandro Santanello uno dei rappresentante del Liceo Megara per sostenere la loro vicinanza a tutti i giovani che da un giorno all’altro sono stati chiamati per combattere una guerra che non appartiene loro. “Nessuna madre dovrebbe dire addio al proprio figlio e nessun ragazzo dovrebbe mai essere privato della propria adolescenza”.

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