“Tutti in rete per garantire ai nostri ragazzi il diritto allo studio e preservarli da povertà educativa e marginalità sociale”. Lo dichiara, sul proprio profilo social, la sindaca di Avola Rossana Cannata, a proposito di dispersione scolastica nel territorio. La legge prevede sanzioni severe per i genitori che non mandano i propri figli a scuola.

Ad Avola, per arginare il fenomeno, si è tenuta una prima riunione operativa con l’ufficio dei servizi sociali del comune, con gli interventi del Capitano della Compagnia dei Carabinieri, Mirko Guarriello e al Comandante della Stazione di Avola, il maresciallo Corrado Toro, insieme ai Dirigenti e ai referenti degli istituti scolastici di ogni ordine e grado della città per discutere sullo stato di attuazione della nuova normativa in materia di dispersione scolastica.

Per chi ha a cuore valori come l’uguaglianza sostanziale – purtroppo – non ci sono buone notizie: i giovani lasciano la scuola, o la frequentano in modo irregolare, anche per motivi socio-economici. Povertà della famiglia o del territorio di origine, differenze culturali o di genere, incertezza delle prospettive occupazionali, scarsa efficacia dell’istruzione ricevuta in passato sono solo alcuni esempi.

Queste forme di insuccesso scolastico generano schiere di cittadini che non hanno risorse e competenze adeguate per partecipare proficuamente alla vita sociale. E il loro numero non è affatto irrilevante.

Nel recente rapporto di Save the Children Alla ricerca del tempo perduto, un’analisi sulla situazione della scuola italiana ha messo in luce la relazione effettiva tra disuguaglianze di offerta sui territori ed esiti scolastici, ma anche quella tra la qualità dell’offerta, dove c’è, e la resilienza nell’apprendimento dei bambini e dei ragazzi in svantaggio socioeconomico.

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