Il prezzo del gasolio continua a crescere e le imprese del trasporto sono al collasso. Anche Confartigianato Sicilia si muove per sostenere la confederazione che punta ancora al dialogo e che ha deciso, con Unatras, di aspettare l’incontro con il governo programmato per martedì 15, per poi valutare quali iniziative intraprendere. Non è, infatti, previsto alcun fermo dei mezzi, organizzato e autorizzato, ma è chiaro che l’associazione degli artigiani esprime solidarietà e vicinanza a tutte le imprese che decideranno autonomamente di fermarsi, non riuscendo più a sostenere i costi, e ritenendo più conveniente spegnere i motori anziché lavorare”.
Il costante e ormai insostenibile aumento del costo del carburante ha determinato una situazione ingestibile per le imprese dell’autotrasporto. Il settore è in estrema difficoltà e Confartigianato chiede al governo un credito di imposta del 30% immediato sul gasolio ma soprattutto che si adotti la regola che vige per gli aerei, cioè che il maggior costo del gasolio sia ribaltato in fattura: “È l’unico sistema per
sopravvivere”.
Per rifornire un serbatoio di 600 litri di un camion occorrevano tre mesi fa 680 euro: oggi ne servono 1.250 euro. Inoltre le imprese devono fare i conti con la scarsità di carburante in particolare per l’extra-rete. “Le nostre imprese associate – dice Salvatore Di Piazza, presidente regionale dell’Autotrasporto di Confartigianato Imprese Sicilia – denunciano la mancanza del gasolio cosiddetto ‘extra-rete’, cioè il
gasolio di cui si riforniscono gli operatori professionali perché, ovviamente, lo pagano meno. Si sta assistendo ad una speculazione. Chi lo vende lo fa mancare, costringendo gli autotrasportatori a rifornirsi alla pompa, dove però il prezzo è più che aumentato. Questi fattori stanno producendo la tempesta perfetta. Se si ferma l’autotrasporto, si blocca l’economia”.

Caro gasolio, pescatori in rivolta in tutta la Puglia - La Gazzetta del  Mezzogiorno

Il caro gasolio, inoltre, ferma i pescherecci italiani. Da giorni il settore chiede aiuti di fronte alla corsa inarrestabile del prezzo del carburante, raddoppiato nel giro di pochi mesi, che sta mettendo a serio rischio l’attività dei pescatori, già provati dal maltempo e dalle norme europee per la riduzione dello sforzo di pesca che riducono sempre di più le giornate in mare. Anche i sindacati della categoria, dunque, auspicano «risposte rapide da parte del Governo attraverso un provvedimento che coinvolga non solo il settore ittico ma l’intera filiera agroalimentare affinché imprese con decenni di storia non siano costrette a cessare la propria attività».


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