Secondo i dati del ministero della Salute e dell’Iss, nella settimana dal 16 al 22 novembre, in Italia i nuovi casi di covid sono stati 44.955, una settimana prima erano dieci mila in meno. Nella settimana tra il 13 e il 19 novembre l’incidenza è stata di 69 casi per 100 mila abitanti, in aumento del 31 percento rispetto alla settimana precedente.

Il virus esiste, i dati sono in crescita per tutte le fasce d’età, ma soprattutto per i più anziani, per gli ultranovantenni in particolare. 

«L’epidemia del Covid è in espansione, anche se nessuno lo dice dalle parti del Governo Meloni. Aumentano i casi, aumentano anche le ospedalizzazioni e i ricoveri in terapia intensiva. E ovviamente aumentano anche i morti. Nella settimana tra il 16 e il 22 novembre, in Italia i decessi causati dal Covid sono stati 235. Una settimana prima erano stati 192. Mentre ad ottobre ci sono stati 780 decessi, quando saranno disponibili i dati complessivi di novembre rischiamo di contare un migliaio di morti». A dirlo è il Responsabile del Dipartimento Sanità Pubblica della Cisl Fp Palermo Trapani, Gaetano Mazzola che, in merito. ha inviato una nota all’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo.

È Eris la variante predominante in questo momento in Italia, che discende da Omicron, e rappresenta il 56,6 percento dei casi. Molti rilevano che il Covid è ormai endemico e gestibile come un’influenza. Intervenendo a Tgcom24, il professor Matteo Bassetti, direttore delle Malattie infettive presso lʼospedale San Martino di Genova, ha detto che Eris «riporta indietro le lancette al 2021/22» perché può dare febbre alta e sintomi respiratori. Da qui lʼinvito a pazienti fragili e persone anziane ad effettuare il richiamo della vaccinazione anti Covid.

«C’è da dire anche che l’influenza ogni anno fa circa 8 mila morti – sostiene Gaetano Mazzola – e andando di questo passo potremmo avere anche 10 mila morti per Covid. E come l’influenza colpisce, soprattutto, gli anziani stessa cosa la fa il Covid. Come contro l’influenza stagionale, allora, basterebbe vaccinare le persone più a rischio anche contro il Covid.
Ma il Covid è lontano dall’essere una normale influenza, perché provoca una serie di effetti che possono essere devastanti per le persone, anche per i più giovani. Dal diabete all’ipertensione, a problemi respiratori, anche dopo mesi dall’aver avuto il Covid».
«Anche in Sicilia – afferma ancora Mazzola – i casi sono in aumento così come i ricoveri in ospedale. Stiamo registrando il grido d’allarme degli operatori sanitari in prima linea nei reparti ospedali e soprattutto nei Pronto soccorso, perché dopo lo smantellamento dei reparti Covid, oggi mancano i posti letto per accogliere i pazienti, il cui numero cresce ogni giorno a causa dell’aumento dei casi di contagio».

Il sindacalista evidenzia come, per esempio, non sia prevista oggi nelle strutture ospedaliere, una divisione fra i pazienti positivi e quelli negativi al Covid.

«Questa commistione – aggiunge Mazzola – chiaramente rischia di innescare una sequenza di contagi che potrebbe diventare veramente ingovernabile. Sollecitiamo l’assessora regionale alla Salute ad attuare le iniziative necessarie per un piano di emergenza efficace e soprattutto tempestivo. Occorre agire subito mettendo in sicurezza gli ospedali che, perdurando le attuali condizioni, potrebbero essere causa del moltiplicarsi delle infezioni da Coronavirus».
Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, lancia un appello, dopo aver ricevuto al Policlinico di Palermo, la dose di richiamo contro il Covid. «Bisogna vaccinarsi per prevenire complicazioni e mantenere nel tempo un adeguato livello di risposta immunitaria – dice il governatore siciliano -. La Regione siciliana ha messo a disposizione già da tempo i vaccini per combattere le nuove varianti del Covid. Raccomando in particolare agli anziani, alle persone fragili e a chi è affetto da altre patologie di tornare a vaccinarsi per tutelare se stessi e gli altri».

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