Carmela Montalto ha un volto. E’ stata ritrovata nell’Archivio generale dei Carmelitani di Roma un’immagine di suor Carmela della SS. Trinità. Grazie alla perseveranza della religiosa e alla sua incrollabile fede, Papa Benedetto XIII, con un Breve del 16 luglio 1729, acconsentì che da semplice Conservatorio femminile l’Ex convento del Ritiro fosse elevato a monastero con il nome di Santa Maria del Carmelo. L’edificio, esempio del barocco siciliano, è oggi sede del museo Leonardo da Vinci e Archimede di Siracusa.

Il prezioso reperto è firmato da Giuseppe Aloja incisore, raffigura suor Carmela della SS. Trinità con in mano un “modellino” del suo monastero ed è corredato di una scritta: “Vera Effigie della Madre Carmela Maria Montalto Gargallo della SS.ma Trinità Fondatrice del Monistero esistente nella Città di Siracusa, sotto la Regola, e Giurisdizione de RR:PP: Carmelitani della più stretta Osservanza. Fu Ella, nel coltivare le Virtù, Diligente, Assidua, e singolare, a segno che nell’Umiltà, Carità, Astinenza, e Spirito di Contemplazione pochi la uguagliarono. Con pena inesplicabile delle sue Monache, alle quali era stata Compagna, Direttrice, e Madre, morì d’Anni 92 non compiti, il giorno 21 novembre 1780”. A renderlo noto è padre Mario Alfarano, direttore dell’Archivio Generale dei Carmelitani, con cui il museo siracusano sta collaborando con l’obiettivo di ricostruire la figura di Carmela Montalto e la storia dell’edificio. Due tasselli importanti della storia aretusea, finora non troppo conosciuti. E su cui sta “indagando” Gastone Saletnich, dottore in Storia Medievale e archivista, nonché componente del comitato scientifico del museo, il quale ha avviato uno studio dettagliato, approfondito, e per questo mai realizzato prima, che si muove appunto su una duplice direttrice: da una parte la fondazione del Convento ad opera di suor Carmela Montalto agli inizi del XVIII secolo, dall’altra la ricostruzione della storia del palazzo, che sembrerebbe essere stato edificato sui resti di una chiesa quattrocentesca.  Lo studio, per cui Gastone Saletnich può contare sulla collaborazione con padre Mario Alfarano e con l’assistente archivista Simona Serci, intende far luce anche su un periodo cruciale della storia siracusana. Quello a cavallo tra Sei e Settecento, quando visse Carmela Montalto. Sono gli anni in cui le dinastie dei Borbone, dei Savoia e degli Asburgo si avvicendarono nel controllo della città, a seguito della Guerra di Successione Spagnola e della pace di Utrecht siglata nel 1713. E, ancora, il terremoto del 1693. Questi soltanto alcuni degli avvenimenti che, nel periodo preso in esame da Gastone Saletnich, imprimono profondi mutamenti politici, sociali, culturali e urbanistici al territorio. Tanto che l’autore dello studio non esita a parlare di «cambiamenti epocali che stranamente – precisa Gastone Saletnich – sono stati in parte condannati all’oblio, rimuovendo di fatto eventi e personaggi cruciali per la storia di Siracusa».

Lo studio, non appena completato, sarà pubblicato restituendo alla comunità la memoria di fatti e personaggi che hanno rappresentato per Siracusa un momento di grande importanza. E padre Mario Alfarano commenta: «E’ stata una gioia scoprire che nel nostro archivio di Roma sono conservati tanti riferimenti alla storia di questo monastero siracusano e alle figure che l’hanno caratterizzato.  Non solo Carmela Montalto ma anche i venerabili Girolamo Terzo e Salvatore Statella, tutti e tre Carmelitani, tutti e tre siciliani con una causa di beatificazione a Roma. Tre figure importanti, attuali – conclude padre Mario Alfarano – che  ci stanno affascinando e che stiamo cercando di scoprire e valorizzare attraverso ricognizioni delle fonti in nostro possesso che poi saranno studiate dal punto di vista storico e spirituale ma anche sulla base dell’apporto che hanno dato alla storia di Siracusa e all’ordine dei Carmelitani in Sicilia».

Simona Serci aggiunge: «Lo studio è ancora in corso e tra i prossimi step c’è la ricerca delle costituzioni del monastero del Ritiro di Siracusa, quel documento cioè che reggeva la vita delle monache».

Per promuovere e valorizzare l’edificio, così ricco di storie e curiosità, a breve saranno realizzati anche delle riprese e un servizio fotografico. Come rivela Maria Gabriella Capizzi, responsabile del museo Leonardo da Vinci e Archimede di Siracusa «l’amministrazione comunale di Siracusa, attraverso l’ufficio Film Commission, ha approvato questa iniziativa e affiancherà il museo nella sua realizzazione. Un progetto, questo, che permetterà di raccontare e comunicare al mondo, anche attraverso le immagini, la storia e il vissuto di una grande donna siracusana e dei luoghi da lei fortemente voluti». I fatti parlano chiaro. «Per questo studio è in atto una virtuosa sinergia che vede in prima linea anche la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Siracusa – ancora Maria Gabriella Capizzi, ideatrice e finanziatrice delle ricerche – una preziosa collaborazione che rappresenta uno dei principi fondanti del museo, assieme al rispetto della storia locale. Il museo Leonardo da Vinci e Archimede di Siracusa deve essere considerato più di un semplice spazio espositivo dove leggere, vedere, studiare. Più di un centro culturale dove imparare, conoscere e approfondire. Più di uno spazio dove lavorare, socializzare e divertirsi. Deve essere visto come la casa dei siracusani, e cioè un luogo dove riconoscersi e dove trovare le proprie radici culturali. Per questo – conclude Maria Gabriella Capizzi – abbiamo deciso di avviare questa ricerca sul convento del Ritiro, attuale sede del museo, e sulla comunità monastica femminile che vi dimorò per circa un secolo e mezzo».

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