Sarà un Ferragosto, in Sicilia, da tutto esaurito, meglio dell’estate 2019, a patto che il meteo non guasti la festa.

Di rado l’Isola ha raggiunto i numeri registrati quest’anno per arrivi e permanenze. L’ultima volta è accaduto nel 2014 con il massimo storico di 14.704.926 presenze e 4.857.542 arrivi. Le cifre registrate nel corso di questa estate non ancora conclusa sfiorano già i 14,7 milioni, un bell’aumento rispetto agli anni passati (basti pensare che siamo a quota +1 milione rispetto al 2016). Una decima posizione italiana per l’arrivo dei turisti e tredicesima per numero di presenze da non sottovalutare, insomma.

E quali sarebbero le mete preferite? La provincia di Messina batte le altre con una presenza turistica del 23,8% in prevalenza straniera, con Palermo che si distacca di poco dalle cifre raggiunte dalla provincia dello Stretto. La provincia di Siracusa si fa strada nella classifica, superando perfino le province di Ragusa e Catania.

Secondo Confartigianato Sicilia sono soprattutto i B&B dell’isola ad aver visto un aumento; i turisti sono sempre più interessati a questo tipo di strutture, con il 5,5% che li preferisce alle strutture alberghiere (che comunque continuano a rimanere la meta preferita dell’80,1% dei turisti). Si nota come, di anno in anno, aumenta il numero di pernottamenti in agriturismi, B&B e campeggi.

È quanto emerge da un’indagine condotta da CNA Turismo e Commercio focalizzata sul periodo 12-21 agosto che l’Ansa ha pubblicato in anteprima.

Il ritorno del turismo straniero in Sicilia

Il ritorno dei turisti stranieri in Sicilia, secondo l’indagine, è trainato, per quanto riguarda l’Europa, prima di tutto dai vacanzieri provenienti da Germania, Francia e Regno Unito.

L’euro debole sta calamitando verso il nostro Paese anche molti turisti extra-europei: i viaggiatori partiti dagli Stati Uniti d’America sembrano avviati a superare ogni risultato precedente.

Cresce il turismo americano che, grazie anche al dollaro forte sull’euro, torna sui livelli del 2019 con quasi 4,4 mln di presenze nelle strutture turistico ricettive tra luglio e settembre, si riduce quello asiatico, mentre risulta praticamente azzerato il turismo russo.

Sul fronte europeo, anche gli arrivi dalla spagna recuperano i livelli pre-Covid (con circa 1 mln di passeggeri tra giugno e settembre), mentre si sta riprendendo solo in parte il turismo tedesco che, comunque registra a luglio un calo degli arrivi in aereo del 27% rispetto al 2019.

Cambiano i comportamenti dei viaggiatori

Pandemia e conflitto russo-ucraino stanno cambiando i comportamenti dei viaggiatori aumentando l’incertezza nella programmazione dei viaggi: i biglietti aerei, infatti, vengono prenotati sempre più a ridosso della partenza con una riduzione del tempo intercorrente tra l’acquisto e il viaggio vero e proprio che passa, facendo una media tra le principali provenienze, da 79 a 61 giorni (per gli americani da 103 a 80 giorni, mentre è addirittura più che dimezzato per i giapponesi da 76 a 32 giorni). In ogni caso, è evidente che gran parte della ripresa turistica italiana, soprattutto per questa stagione estiva, dipenderà dal protrarsi o meno dei disagi nel trasporto aereo.

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