Aumenta in modo esponenziale la povertà sanitaria in Sicilia. Il Banco farmaceutico ha rilevato che nell’Isola lo scorso anno le persone in condizioni di povertà sanitaria aiutate dagli enti assistenziali anche grazie alla Giornata di raccolta del farmaco sono state 35.331. Nel 2023 le 290 farmacie dell’Isola, aderenti all’iniziativa hanno raccolto 28.974 confezioni, a fronte di un fabbisogno espresso dalle associazioni di 61.876 farmaci da banco: quindi, le donazioni hanno coperto il 46,8% della richiesta totale.

Quest’anno la Svimez – Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno – stima che le famiglie che versano in condizione di povertà sanitaria in Sicilia siano 100.800, per un numero di persone coinvolte che, verosimilmente, può arrivare a sfiorare le 300mila unità. Un fortissimo incremento determinato non solo dalla crisi economica che, secondo la Svimez, costringe soprattutto gli over 75 a non potere più acquistare farmaci, ma anche dall’incalzare dell’emarginazione sociale che porta ad un notevole aumento del numero di senza fissa dimora. Un fattore recente che spinge molti Comuni a chiedere agli enti assistenziali di farsi carico anche della cura di questi soggetti perché, trovandosi spesso in condizioni di non regolarità, hanno paura di rivolgersi alle istituzioni sanitarie pubbliche.

Per queste ragioni quest’anno ha assunto particolare importanza la 24esima Giornata di raccolta del farmaco, che in Sicilia ha visto coinvolte 310 farmacie (venti in più rispetto allo scorso anno).

Giacomo Rondello, responsabile del Banco farmaceutico in Sicilia, ha riferito che “quest’anno è aumentato il numero di persone che chiedono aiuto agli enti caritatevoli ed è aumentata la richiesta dei sindaci di assistere i senzatetto. Faccio appello ai cittadini perché si facciano carico di una situazione drammatica che è visibile in tutte le strade, che si taglia col coltello”.

Infine, un volontario, Andrea Giusquiano, ha raccontato cosa accade di notte nelle strade: “Noi, come Angeli della notte, sempre più spesso troviamo sotto i portici delle Poste centrali persone colpite dall’influenza, con febbre a 39, 40 gradi, che non hanno possibilità neanche di procurarsi un’aspirina e che hanno paura di andare alla guardia medica o all’ospedale, perché sono ai limiti della legalità. Queste persone non hanno assolutamente nulla. Quindi, donare un farmaco è una buona azione, come cristiani, come persone sociali, perché ci aiuta ad essere amici degli altri, a sentirci solidali in questo periodo di forte crisi”.

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