Si celebra il 20 giugno la Giornata mondiale del rifugiato. Una ricorrenza nata 20 anni fa per volontà dell’Onu come occasione di sensibilizzazione su un tema così attuale che coinvolge in maniera diretta o indiretta oltre 70 milioni di persone. Questa, infatti, è la stima di rifugiati e richiedenti asilo, uomini e donne, bambini e anziani, costretti a fuggire da guerre e persecuzioni per cercare protezione o una vita migliore in un altro Paese, dove spesso non sono accettati. Condizione accentuata anche a causa della pandemia da covid-19 e della crisi sanitaria da cui solo ora e solo in alcuni paesi più ricchi si sta uscendo gradualmente.
In migliaia, ancora oggi nel 2023, muoiono in mare in cerca di protezione, salvezza.
Tra questi tanti bambini.
“Martedì 20 giugno, all’interno del campo estivo “La Città Giocosa” celebreremo, giocando, la Giornata del rifugiato“ – dichiara Luca Cerro, presidente di Arciragazzi Siracusa 2.0. –
I temi dell’evento saranno: le migrazioni forzate, le ragioni che spingono le persone a lasciare il proprio Paese, rifugiati e migranti economici e i minori stranieri non accompagnati.
“Giocheremo al “migraquiz” – dichiara Cerro – un gioco di ruolo in cui alcuni bambini “vestiranno” i panni dei rifugiati e altri no, per spiegare loro le differenze e le diseguaglianze. Ascolteremo la preziosa testimonianza di Simona Cascio, presidentessa di Arci Siracusa, da molti anni operatrice dell’accoglienza, che lavora per la difesa dei diritti dei migranti“.
“Mi piace lasciarvi con una riflessione di Erri De Luca – conclude Luca Cerro – a nome di tutto Arciragazzi Siracusa 2.0: Mare nostro.

Mare nostro che non sei nei cieli e abbracci i confini dell’isola e del mondo, sia benedetto il tuo sale, sia benedetto il tuo fondale, accogli le gremite imbarcazioni senza una strada sopra le tue onde
i pescatori usciti nella notte, le loro reti tra le tue creature, che tornano al mattino con la pesca
dei naufraghi salvati
.
Mare nostro che non sei nei cieli, all’alba sei colore del frumento, al tramonto dell’uva e di vendemmia.
Ti abbiamo seminato di annegati più di qualunque età delle tempeste.

Mare Nostro che non sei nei cieli, tu sei più giusto della terraferma pure quando sollevi onde a muraglia
poi le abbassi a tappeto.
Custodisci le vite, le vite cadute come foglie sul viale, fai da autunno per loro, da carezza, abbraccio, bacio in fronte, madre, padre prima di partire
“.

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