Non solo simboli, bandiere, parate. Dietro batte forte e generoso il cuore dell’Anac l’Associazione nazionale Arma di Cavalleria, all’unisono con la cittadinanza di Solarino di cui  è sempre più espressione.

Banchi, sedie, lavagne, ma anche un rilevante quantitativo di materiale didattico e sanitario raccolto  dalla Sezione provinciale di Siracusa dell’ANAC, sensibilmente guidata dal generale Michele Oliva, attento ai bisogni della società civile non solo locale, nei giorni scorsi sono stati consegnati ai bambini del Libano dai militari della cooperazione civile militare (CIMIC) di ITALBATT ( il contingente militare italiano che su mandato dell’ONU sta operando in missione di pace su tutto il territorio libanese) per rendere più accoglienti, funzionali e attrezzate le aule e i laboratori didattici delle scuole primarie e secondarie di Ash Sh’aytiyah e di Nagura, due villaggi in provincia di Tiro. Quando i bambini del Libano useranno quelle penne, scriveranno su quei quaderni arrivati da lontano, medicheranno le loro ferite con cerotti italiani, sentiranno battere il cuore generoso dei Solarinesi, e sentiranno di non essere soli, percepiranno il filo della solidarietà che potrà risvegliare nei loro piccoli cuori un senso di fiducia e speranza che è molto più  significativo delle ben poche cose ricevute.

Parole di unanime riconoscenza sono state espresse dai Dirigenti scolastici di Ash Sh’aytiyah e di Nagura, per l’Associazione ANAC di Siracusa e per il Reggimento Lancieri di Aosta (6°) con sede in Palermo che ha fatto in modo che tale materiale giungesse fino in Libano nell’area di operazione del Contingente Italiano.

Significativo che la raccolta abbia puntato per lo più su materiale didattico, segno tangibile dell’importanza della cultura, una cultura che sola affranchi dall’ignoranza e dalla miseria, che rappresenti riscatto e possibilità di crescita.

E con Malala Yousafzai, giovane donna pakistana Premio Nobel per la Pace, affermiamo: “Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo”. Le  rivoluzioni, quelle vere, partono dai banchi di scuola: le armi brandite siano penne, quaderni, libri.

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