“Continuano i lavori in tutta la città e chissà perché Siracusa sotto elezioni è un cantiere a cielo aperto. Lavori che ci speriamo vengano terminati prima delle elezioni”. Lancia così la polemica nei confronti dell’amministrazione comunale Silvia Russoniello del Movimento civico 4, che si sofferma su quanto sta avvenendo in via Piave. “Sono stati montati i nuovi pali con illuminazione a led – dice – Tutto bello, tutto fantastico ma c’è solo un problema, sono stati impiantati nel pieno centro del marciapiede”. Silvia Russoniello ricorda che “la legge stabilisce per i percorsi pedonali (come i marciapiedi, appunto) una larghezza minima di 1,50 metri, con tratti nei luoghi di maggior traffico aventi almeno una larghezza di 1,80 metri. Se ci sono dei passaggi obbligati o per restrizioni a causa di lavori in corso, la larghezza non potrà essere inferiore a 90 centimetri. La larghezza deve arrivare a 2 metri se sul marciapiede ci sono degli ostacoli come edicole, gabbiotti. Guardando questo caso specifico, con un palo messo in quella posizione, la larghezza è di appena 75 cm: la persona in carrozzina si vede quindi costretta a tornare indietro, per poter scendere, dato che si trova bloccato. Non ci sono altri scivoli, se non quello alla fine del marciapiede. Inoltre a sinistra, c’è il posteggio delle macchine. Quindi come dovrebbe essere percorsa via Piave? Usando la strada principale? Mettendo in serio pericolo la sua incolumità? Queste le domande senza risposta immediata”.

Come sottolineano  da Civico4, “In questi 3 anni ci siamo sempre battuti per l’abbattimento delle barriere architettoniche e sarà nostra intenzione continuare a batterci anche dopo le elezioni, perché i siracusani meritano di avere una città più inclusiva, dove la frase non lasciare nessuno indietro non dovrà restare una semplice retorica fino ad ora utilizzata da altri pensieri politici”.

Silvia Russoniello conclude: Siracusa ha bisogno di una classe politica che sia davvero attenta alle necessità dei propri concittadini, che sia partecipe alla vita quotidiana e non rinchiusa dentro un palazzo, perdendo contatto con le reali necessità. Auguriamo tutti, che nel più breve tempo possibile, venga posto rimedio a questo errore, perché qui a pagarne le conseguenze sono sempre le fasce più deboli ed oramai sono diventati deboli tutti i cittadini di Siracusa: deboli, ma non più inermi”.

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