Dopo un lungo iter burocratico e a quasi un anno di distanza dall’aggiudicazione, sono finalmente cominciati i lavori di recupero e restauro della Chiesa Madre di Lentini. Finanziato nel giugno del 2019 dall’Assessorato regionale alle infrastrutture e alla mobilità nell’ambito del Patto per il Sud, l’intervento riguarderà il restauro dell’abside, del transetto, delle cappelle, delle navate laterali e della sagrestia. Di poco meno di 800mila euro – 799.647,08 euro l’ammontare del progetto ammesso a finanziamento – l’investimento previsto. A eseguire i lavori un’impresa catanese, la società cooperativa a responsabilità limitata Consorzio Jonico, che in fase di gara (quindici le imprese invitate) ha offerto un ribasso del 18,352% sull’importo a base d’asta dei lavori. Questo secondo intervento – già anni fa l’edificio fu sottoposto a lavori di consolidamento strutturale e recupero conservativo delle volte e degli stucchi, finanziato per poco più di un milione di euro con i fondi della legge 433 per la ricostruzione del centri colpiti dal terremoto del 13 dicembre 1990 – permetterà al più grande e importante edificio di culto della città di tornare al suo originario splendore. Il progetto, redatto dall’architetto Cristina Stuto (oggi assessore comunale all’urbanistica, alla ricostruzione e ai beni culturali), dagli ingegneri Francesco Avola e Salvo Mazzone e dalla restauratrice Raffaella D’Amico, prevede anche l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’efficientamento energetico dei locali parrocchiali. Dedicata a Santa Maria la Cava e Sant’Alfio, l’ex cattedrale – la chiesa lentinese fu infatti sede vescovile fino al 790 dopo Cristo – fu edificata tra il 1700 e il 1750, dopo il disastroso terremoto del 9 e 11 gennaio 1693, sul luogo di quelle che la tradizione indica come le sepolture dei santi martiri Alfio, Filadelfo e Cirino. L’edificio, il più importante della città dal punto di vista storico, artistico e religioso, è tradizionalmente attribuito all’architetto Vincenzo Vella da Malta. La chiesa, che ha un impianto basilicale a tre navate e che custodisce al suo interno numerosi tesori d’arte e di fede, fu consacrata nel 1738 dal vescovo di Siracusa Matteo Trigona. Condividi:Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra) Navigazione articoli Siracusa, sarà intitolata a Raffaello Caracciolo la Sala verde del Vermexio SIRACUSA. LA POLIZIA DI STATO CONSEGNA L’OLIO DEL GIARDINO AL VESCOVO LOMANTO