“La verità va proclamata. I fatti vanno raccontati nella loro obiettività. Ma dobbiamo
saperci mettere anche in un atteggiamento di ascolto”. Così monsignor Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Siracusa, durante la celebrazione eucaristica in occasione della festa di  San Francesco di Sales. Un incontro promosso dalla sezione di Siracusa dell’Ucsi, Unione Cattolica Stampa Italiana, e dall’Ufficio per la Pastorale delle comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Siracusa. Nella Chiesa Cattedrale di Siracusa si è tenuta la messa, presieduta dall’arcivescovo Pappalardo, e concelebrata da monsignor Maurizio Aliotta, direttore dell’Ufficio per la Pastorale delle
comunicazioni sociali, e da don Giuseppe Lombardo, consulente ecclesiastico dell’Ucsi di Siracusa. “La comunicazione è strumento per creare una società migliore e aiutare chi ha sbagliato – ha detto monsignor Pappalardo -. Papa Francesco ci invita a rendere fecondo il rapporto tra comunicazione e misericordia. La comunicazione ha il potere di creare ponti, di favorire l’incontro e l’inclusione, arricchendo così la società. Com’è bello vedere persone impegnate a scegliere con cura parole e gesti per superare le incomprensioni, guarire la memoria ferita e costruire pace e armonia. Le parole possono gettare ponti tra le persone, le famiglie, i gruppi sociali, i popoli. E questo sia nell’ambiente fisico sia in quello digitale”

Subito dopo la celebrazione, gli operatori della comunicazione presenti hanno avuto la possibilità di ascoltare la riflessione di monsignor Aliotta, preside dell’Istituto Teologico “San Paolo” di Catania: “Mi piace soffermarmi sul destinatario della notizia. Voglio fare una distinzione tra segnalazione, informazione, espressione e comunicazione. Nei primi tre non vi è reciprocità, caratteristica invece della comunicazione che mette in rapporto. Se è così la comunicazione  diventa dono: il dire diventa un dare”.

Salvatore Di Salvo, presidente Ucsi Siracusa, ha letto la preghiera del giornalista e quindi ha sottolineato: “Noi operatori della comunicazione, come ci ricorda il Papa, dobbiamo gettare ponti e favorire la rimozione di tutti quegli ostacoli che appesantiscono le relazioni. Non si può raccontare la realtà in maniera dilettantistica e approssimativa. Dobbiamo raccontare il quotidiano, rispettando la persona umana. Si dovrebbe fare una seria riflessione sulle cause che hanno portato oggi alla crisi del giornalismo per non svilire la storia della nostra professione fatta di fatica e lavoro”.

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