“Ai terremoti politici Pachino è abituata. I pachinesi ne hanno viste di tutti i colori e raramente hanno avuto a che fare con amministrazioni comunali stabili o con sindaci che hanno finito il proprio mandato. Ma ripartire rappresenta sempre e comunque un problema. Per tutti, non solo per la politica“. Così in una dichiarazione riportata dal quotidiano online, Nuovo Sud, si è espressa Barbara Fronterrè, consigliere comunale uscente, dopo la mozione di sfiducia con cui è stata cancellata l’amministrazione guidata dall’ex sindaca Carmela Petralito. E dopo soli due anni di amministrazione gli elettori pachinesi torneranno di nuovo alle urne, la prossima primavera.
“Un momento difficile e traumatico – prosegue Fronterrè – e Pachino non merita più prove di forza e di trasformarsi nei prossimi mesi nel campo di battaglia di ambizioni personali: ha bisogno di cura. E solo con l’assunzione di responsabilità si può dare un po’ di pace e dignità a questa città“.

Barbara Fronterrè, candidata alla carica di primo cittadino nel 2021 (giunta alle spalle della Petralito) parla della passata amministrazione come “un’esperienza politica e istituzionale nata e consumatasi sotto il segno dell’incompetenza amministrativa, dell’improvvisazione politica, dell’assenza di dialogo con i cittadini, con le forze politiche e sociali“.

“Però – aggiunge Fronterrè – non bisogna senza perdere di vista il futuro: nessuno può gioire. Nessuno può pensare di prepararsi a manovre elettorali, senza meditare il percorso di questi due anni, senza imparare da esso. Il mio pensiero rispettoso va ai cittadini che hanno votato Carmela Petralito, credendo nel suo progetto, nella sua figura di leader e nella sua squadra: eppure tutto questo aveva già in sé il germe della fine, fin dalla campagna elettorale“.

L’elenco delle motivazioni per cui il sindaco è stato sfiduciato è lunghissimo: dall’instabilità governativa – ammesso che si sia mai governato – a quella politica, alla mancata difesa del territorio, della sanità, dell’erogazione dei servizi (acqua, raccolta rifiuti, strade).

“Non serviva la bacchetta magica – ha sottolineato Barbara Fronterrè – ma conoscere la città. Serviva un po’ di semplice buon senso per dialogare con i settori produttivi e imprenditoriali e con il mondo del lavoro. Ed anche con i dipendenti comunali. Non è stato fatto niente di tutto ciò e – cosa quasi paradossale – Petralito ha fallito clamorosamente anche nei rapporti con quel mondo del volontariato da cui proveniva“.

Ma il j’accuse di Barbara Fronterrè è esteso alle forze politiche considerate corresponsabili del disastro.

“Il fallimento – spiega – non è responsabilità solo della sindaca, ma anche e soprattutto di chi l’ha scelta, sostenuta, poi abbandonata, giustificandosi con motivi personali, caratteriali, di relazione mentre il tema è solo ed esclusivamente politico. La responsabilità è delle classi dirigenti economiche e politiche che hanno scelto l’incompetenza e l’anti politica, pensando che basti la forza di una lista o di un simbolo per governare una città, quando qui ciò che serve è una caratura politica, una capacità di visione alta e al tempo stesso concreta e quotidiana, diffusa e condivisa, non dal solo sindaco, ma da un’intera squadra. E adesso non basta chiedere scusa“.

Infine l’appello per progettare il futuro di una città che arranca da anni. “Occorre agire – conclude Fronterrè – trarre una lezione da questo fallimento, occorre compiere uno scatto in avanti, scegliere la politica, esercitare la buona politica, capace di radunare le forze migliori di una comunità, le competenze più avanzate, di organizzare e svolgere lavoro amministrativo serio, di mettere in campo una visione“.
Da oggi, dunque, a Pachino è scoppiata la campagna elettorale. Dopo le festività di Ognissanti e la ricorrenza dei defunti si insedierà il commissario regionale e poi la parola tornerà ai cittadini: per l’ottava volta negli ultimi 25 anni.

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