L‘Assemblea regionale siciliana ha proceduto ad approvare l’emendamento in seno al ddl 21/A, collegato alla Legge di Stabilità per assegnare ai Comuni, in cui si trovano siti archeologici, dei ristori a fronte delle spese necessarie per la sicurezza e il decoro urbano.

Più in generale, i Comuni siciliani potranno avere una quota parte sui proventi derivanti dalla vendita dei biglietti d’ingresso ai siti archeologici situati negli stessi centri.
La percentuale è stata fissata nel 15%. Restano, però, fuori dall’accordo gli eventi privati, come ad esempio i concerti, da cui i Comuni non riceveranno benefit sulla vendita dei biglietti.

“Abbiamo ritenuto di non ‘tassare’ gli imprenditori con una quota del 20% per gli incassi relativi agli eventi organizzati all’interno dei siti archeologici. Una posizione non condivisibile, sia perché avrebbe causato, molto probabilmente, un trasferimento del costo sull’utente finale, il cittadino, sia perché non si può chiedere al privato di accollarsi il rischio di impresa, se lo sbigliettamento dello spettacolo va male, e tassarlo alla fonte, invece, se va bene. È un principio che stride con chi ha una concezione economica liberista”, ha spiegato il presidente della Regione, Renato Schifani.

Posizione non condivisa, però, dal vicesindaco di Siracusa, Edy Bandiera, che ieri mattina – su mandato del sindaco, Italia – ha rappresentato Siracusa all’incontro su questo tema con Cateno De Luca ed i rappresentanti degli altri Comuni interessati dall’emendamento.
“A Palermo sono stati irremovibili sui grandi eventi privati. Nessuna disponibilità, si poteva anche chiudere con una percentuale inferiore rispetto a quella proposta. Questa posizione inquieta un attimo…”, commenta Edy Bandiera.

“A mio avviso – il punto del vicesindaco di Siracusa – sarebbe stato corretto includere anche gli eventi privati organizzati nei parchi archeologici e chiarisco il motivo. Nessuna tassazione, nessuna punizione: se arrivano tremila persone, producono ad esempio un volume extra di spazzatura. La raccolta e il conferimento in discarica rimane a carico del Comune che, però, deve farsi carico dell’extra moltiplicato per i giorni degli eventi privati. Mi pare logica da amministratore pubblico, senza disturbare i principi del liberismo”, conclude Bandiera.
“La nuova norma – chiarisce quasi in risposta una nota della presidenza della Regione – “ha lo scopo di far partecipare i Parchi alla spesa sostenuta dai Comuni per il potenziamento dei servizi di viabilità, sicurezza, decoro urbano, raccolta e smaltimento dei rifiuti, in ragione della pressione turistica generata dall’attrattività dei luoghi di cultura”.

Nell’emendamento, predisposto da Palazzo d’Orleans e votato dall’Aula, comunque, è stata inserita anche la possibilità che i Comuni, dei territori nei quali ricadono i Parchi archeologici, possano usufruire dei siti per un massimo di cinque giorni al mese.
“Saluto con favore questo emendamento – ha dichiarato il sindaco di Siracusa, Francesco Italia – e condivido il principio seguito, secondo cui si ragiona di percentuale sugli incassi dei parchi e non già sulle attività degli imprenditori privati“.

Nelle casse di Palazzo Vermexio entreranno, quindi, nuove somme: il 15% degli incassi del parco archeologico di Siracusa, uno dei tre più importanti in Sicilia.

“Queste risorse – spiega Italia – aiuteranno il Comune a migliorare i servizi di ricezione turistica, potenziando, ulteriormente, il trasporto urbano, su cui siamo già intervenuti dando un nuovo gestore a Siracusa. Potenziare per rendere la città sempre più competitiva deve essere il senso di ogni nuovo intervento”.

“Oggi abbiamo ottenuto un risultato ma – ha dichiarato Cateno De Luca, primo firmatario dell’emendamento all’Ars – resta il nodo della percentuale dei proventi che derivano dai grandi eventi organizzati dai privati“.

“Presenteremo un sub-emendamento ma intanto questo risultato ci consentirà di dare una prima risposta al territorio. Se poi l’aula riterrà di voler migliorare la norma ne saremo ovviamente contenti e il Governo ci troverà aperti e disponibili al dialogo così come abbiamo dimostrato”, conclude il leader di Sud Chiama Nord.

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