La Sicilia si trova ad affrontare un grave problema riguardante i cosiddetti “Neet“, ovvero i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non seguono alcun percorso di formazione. Secondo i dati dell’Istat, la Sicilia registra il tasso più alto d’Italia, con il 32% di giovani Neet, rispetto a una media nazionale già preoccupante del 19%. Anche le regioni del Sud segnano numeri elevati, con la Campania poco sotto il 30% e la Calabria al 27%. In confronto ai dati europei, l’Italia è fanalino di coda tra i 27 Stati dell’Unione, con una media europea dell’11,7%, mentre la Sicilia si posiziona al di sopra del 30%.

Le cause di questo fenomeno vengono attribuite “alla debolezza dell’offerta formativa professionale, alla mancanza di politiche attive sul lavoro e a un mercato poco dinamico. L’alto tasso di Neet in Italia è correlato a una disoccupazione giovanile elevata, con una percentuale di giovani in cerca di lavoro da almeno 12 mesi tripla rispetto alla media europea“.

L’analisi rivela anche “una scarsa presenza di studenti-lavoratori in Italia, solo il 6% dei giovani della fascia d’età, rispetto alla media europea del 16,7%. Tra il 2007 e il 2014 si è registrato un aumento di 7 punti percentuali nei Neet, seguito da una riduzione interrotta solo dalla crisi pandemica nel 2020“.

Questo problema colpisce maggiormente le ragazze (20,5%) rispetto ai coetanei maschi (17,7%) e i residenti nelle regioni del Mezzogiorno (27,9%). Gli stranieri presentano un tasso di Neet superiore a quello degli italiani di quasi 11 punti percentuali.

Il fenomeno riguarda un gruppo molto variegato, con giovani impossibilitati a lavorare, altri in attesa di iniziare un percorso formativo o svolgono attività non retribuite.

“È fondamentale adottare interventi differenziati – sostiene Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net. – per stimolare la partecipazione alla formazione e al mercato del lavoro. Circa un terzo dei Neet italiani è disoccupato, mentre il 28,9% è disponibile a lavorare ma non cerca attivamente un’occupazione o non è disponibile a lavorare immediatamente.“

“Questo allarme – commenta ancora Grassucci – deve essere affrontato con urgenza, poiché i giovani rappresentano il futuro della regione e dell’intero Paese, e il loro inattivismo rappresenta una perdita di risorse e opportunità per il progresso sociale ed economico della Sicilia“.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com