“Chi sfonda al Sud vincerà le elezioni”. Una previsione le cui radici affondano nella nascita della Repubblica italiana, quando il Mezzogiorno rappresentava quel “granaio” di voti utili per l’allora Democrazia Cristiana. Dal dopoguerra ad oggi si sono avvicendati partiti e governi, ma è sempre rimasta immutata l’importanza che il Sud riveste ogni qual volta l’Italia è chiamata alle urne.

In una campagna elettorale dai toni sempre più accesi, però, si fa fatica a parlare di programmi ed idee. Più facile, invece, portare avanti presunte promesse elettorali e facili slogan per accalappiarsi qualche voto in più. In questo agone politico, sempre più caotico, a farne le spese è ancora una volta il Sud. I riflettori dei mass media sono puntati sul Mezzogiorno solo marginalmente; ed è paradossale, dal momento che il Sud, dal 2008 ad oggi, è stato la parte del paese che più ha risentito degli effetti negativi portati dalla crisi economica mondiale.

“L’81% degli italiani ritiene, comunque, poco o per nulla credibili le promesse elettorali in ambito fiscale annunciate dai vari partiti. Di questo 81%, in particolare, il 48%, le ritiene poco credibili, mentre il 33% le ritiene non credibili“. Questo il dato principale di un sondaggio Ipsos, commissionato da Fiscal focus sulla salute fiscale dei lavoratori dipendenti e anticipato dall’Adnkronos. C’è solo un 6% che le ritiene molto credibili, mentre un 13% le ritiene abbastanza credibili.

Sui motivi perché le promesse elettorali annunciate dai vari partiti in queste campagne elettorali siano poco o per nulla credibili il 68% ritiene che siano fatte solo per ottenere consenso, un 35% ritiene che non vi siano le coperture finanziarie, un 17% pensa che vi saranno all’interno del futuro governo /maggioranza disaccordi che ne comprometteranno la realizzazione mentre un 19% dice che verranno realizzate ma solo in parte, disattendendo i piani originali.
Il sondaggio si è spinto a chiedere ai lavoratori dipendenti quanti mesi sarebbero in grado di coprire le spese ordinarie, e cioè affitto, cibo bollette e altro senza dover ricorrere a forme di sostegno economico come prestito, reddito di cittadinanza o altri sussidi. Dall’indagine emerge che solo il 32%, cioè praticamente 1 su tre non riuscirebbe ad andare oltre i 3 mesi e di questi, il 10% esaurirebbe le risorse nel giro di 30 giorni. Se si chiede poi ai dipendenti di quantificare in numeri assoluti l’ammontare di tasse dirette e indirette che paga ogni anno allo Stato, il 66% risponde di non averlo mai fatto. Cioè 2 italiani su 3 non sanno quanto pagano di tasse.
“Il sondaggio da una parte mette a nudo l’estrema fragilità economica in cui si trovano moltissimi lavoratori italiani, dall’altra il disincanto degli italiani verso le ricette fiscali proposte dai partiti che non vengono in alcun modo ritenute credibili”, commenta Antonio Gigliotti, direttore del Centro Studi Fiscal Focus.

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